La Turchia scatena lo sdegno di Israele

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di Paolo Castellano

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Melvlut Cavusoglu Ministro Turco degli esteri

Venerdì scorso il Ministro Turco degli esteri Melvlut Cavusogli non ha presenziato alla conferenza sulla sicurezza che si stava svolgendo a Monaco di Baviera. La decisione è stata presa all’ultimo momento. La Turchia ha rinunciato ad una sessione congiunta con una delegazione israeliana. Il motivo?

«Stavamo per partecipare al meeting, ma abbiamo deciso di non farlo quando si sono aggiunti i funzionari israeliani». Queste le parole di Melvlut Cavusogli durante una conferenza stampa a Berlino dove ha incontrato gli ambasciatori turchi che esercitano il loro ruolo sul territorio europeo.

Nel 2010 i rapporti tra Israele e la Turchia sono giunti ad una rottura quando un gruppo di navi dirette a Gaza ha ingaggiato un combattimento con l’esercito israeliano. Durante il conflitto a fuoco morirono nove turchi.

Avigdor Liberman ha ricordato: «Questo comportamento dimostra ancora una volta quale enorme errore sia stato il chiedere scusa alla Turchia». Come riporta Ynetnews.com, il ministro israeliano degli esteri si è riferito ai fatti del 2013 quando il premier Benjamin Netanyahu si è scusato pubblicamente con il presidente turco Recept Tayyip Erdogan riguardo l’incidente della flottiglia. «Fino a quando la leadership della Turchia sarà nelle mani di Erdogan e del suo seguito, non ci sarà alcuna possibilità di rinsaldare le relazioni tra i due Paesi», ha aggiunto Liberman. «La Turchia sotto Erdogan è uno stato con il solo obiettivo di attaccare e colpire Israele; dobbiamo affrontare questo aspetto e tutelare di conseguenza gli interessi israeliani».

Gli fa eco il ministro Yuval Steinitz, anche lui a Monaco nella veste di rappresentante di Israele, che ha criticato con fermezza la decisione della Turchia: «Il boicottaggio turco significa essenzialmente solidarietà con l’Islam radicale, e con i gruppi terroristici come i Fratelli Musulmani e Hamas, e più che danneggiare Israele, questo fatto getta una lunga ombra sul futuro e sull’atteggiamento della Turchia».