di Roberto Zadik
Il prossimo 27 gennaio saranno ottant’anni dalla fine dell’incubo nazifascista ma l’ondata antisemita virulenta di questo buio periodo si accanisce anche contro il Memoriale della Shoah di Varsavia, che secondo vari siti sarebbe stato vandalizzato nei giorni scorsi da ignoti. Secondo il sito Ynetnews, una scritta spregevole come Varsavia 1943=Gaza 2025 è apparsa sui muri dell’edificio, situato nella capitale polacca a Umschangplatz, viale della deportazione, martedì 7 gennaio.
La scritta che paragona il massacro degli ebrei polacchi alla situazione a Gaza, sarebbe stata aggiunta da sconosciuti sotto il versetto biblico dal Libro di Giobbe Terra non coprire il mio sangue, non ci sia luogo di riposo per il mio grido presente su uno dei muri dell’edificio e tradotto dall’ebraico in polacco e in Yiddish.
Si tratta di un gesto particolarmente grave di vandalismo a danni di un luogo estremamente doloroso come questo che, come ha specificato l’articolo su Ynetnews, ricorda i trecentomila ebrei deportati dal Ghetto di Varsavia e mandati a morire nel campo di sterminio di Treblinka a bordo di treni merci destinati al trasporto del bestiame.
Purtroppo non si tratta di un episodio isolato ma fa parte di una “catena” di atti vandalici che sta colpendo i luoghi della Memoria della Shoah nel Paese fin dall’inizio della guerra fra Israele e Hamas. Il mese scorso il Monumento per gli Eroi del Ghetto di Varsavia era stato oggetto di analoghe scritte vandaliche così come l’anno scorso una bomba Molotov era stata scagliata contro la Sinagoga di Nozyk, l’unica sopravvissuta nella capitale polacca e proprio la sera del Giorno della Memoria. Dopo l’attacco, nonostante la struttura interamente in legno sia rimasta semi intatta, comunque l’esterno è stato visibilmente danneggiato.
Indignato l’ambasciatore di Israele in Polonia, Ja’akow Liwne che ha condannato sui social i recenti episodi specialmente il “vergognoso atto di vandalismo al Memoriale di Varsavia” aggiungendo che “la Polonia ha la responsabilità di proteggere i suoi ebrei e i luoghi della Memoria della Shoah” invitando le autorità a identificare e a punire gli autori di questi atti vandalici.
La fiorente comunità ebraica di Varsavia prima della Seconda Guerra Mondiale contava trecentocinquantamila persone che rappresentavano circa un terzo della popolazione della città e da centinaia di sinagoghe e associazioni ebraiche: per questo, i recenti attacchi rappresentino un oltraggio non solo alla memoria di questo luogo ma soprattutto alla deportazione e al massacro degli ebrei polacchi.