di Ilaria Myr
L’Argentina ha emesso giovedì 20 ottobre un mandato di estradizione per l’ex ministro degli esteri iraniano nell’ambito dell’inchiesta sull’attentato al centro ebraico AMIA a Buenos Aires nel 1994. Lo rivela il sito Times of Israel, spiegando che il giudice ha richiesto a Baghdad di estradare Ali Akbar Velayati, nella lista dei ricercati dell’Interpol, “dopo avere saputo dalla stampa internazionale che l’accusato è andato a Baghdad” mercoledì.
A luglio, il governo argentino aveva mandato una simile comunicazione a Singapore e Malesia dopo essere venuto a conoscenza che Velayati era in viaggio verso questi Paesi.
Gli investigatori argentini accusano Venayati e altri quattro ex politici, incluso l’ex presidente Akbar Hashemi Rafsanjani, di avere orchestrato l’attentato del 18 luglio 1994 alla Mutua ebraica AMIA a Buenos Aires. Gli iraniani avrebbero ordinato al gruppo militare Hezbollah di eseguire l’attacco terroristico, il più sanguinoso nella storia del Paese sud americano.
Dal canto suo, l’Iran, che nega il coinvolgimento, ha ripetutamente rifiutato le richieste argentine di fare testimoniare gli accusati. Velayati stesso, in un’intervista dell’anno scorso con il canale argentino C5N, ha rigettato le accuse come bugie.
Il caso AMIA continua dunque a rimanere irrisolto, nonostante gli sforzi del governo di Mauricio Macri – succeduto alla presidenza a Cristina Kirchner -, che fin da subito ha dimostrato di volere fare luce sui numeri aspetti bui del caso. Primo fra tutti, l’assassinio di Alberto Nisman, il procuratore trovato morto nel suo appartamento quattro giorni dopo avere accusato la ‘presidenta’ Christina Kirchner di cospirare con l’Iran per insabbiare le indagini sull’attentato del ’94.