Le dimissioni storiche del papa sono state tempestivamente riportate da tutti i media israaliani al pari di quelli di tutto il mondo. Il presidente Shimon Peres, premio Nobel per la pace, non ha mancato di mandare un suo messaggio a Joseph Ratzinger per una decisione tanto unica quanto dolorosa. Peres in particolare ha elogiato il pontefice per la sua azione a favore delle relazioni fra Vaticano e Stato ebraico. “Sotto la sua guida – ha detto – il Vaticano è stata una voce chiara contro il razzismo e l’antisemitismo e una voce chiara per la pace. Le relazioni tra Israele e il Vaticano sotto il suo pontificato sono state le migliori che si siano mai viste e il dialogo positivo tra la Chiesa cattolica e il popolo ebraico è un testamento della sua fede nel dialogo e nella cooperazione “.
Concorda con questa immagine positiva di Ratzinger anche il rabbino capo ashkenazita di Israele Yona Metzger che ha detto “Durante il suo mandato le relazioni fra il rabbinato e la Chiesa sono state migliori che nel passato. E gli va riconosciuto un grande merito per la promozione delle relazioni tra tutte le religioni.”
Ratzinger, che in gioventù è stato un membro della Hitlerjugend, è stato il terzo papa a visitare Israele, dove arrivò nel 2009 dopo una visita al campo di sterminio di Auschwitz Birkenau in Polonia. Una visita che all’epoca suscitò reazioni piuttosto tiepide soprattutto per la sua richiesta esplicita di uno stato palestinese che secondo alcuni, rovinò lo spirito di un viaggio così importante che incluse la visita al museo di Yad Vashem dedicato a tutte le vittime della Shoah.
Danny Ayalon, ex vice primo ministro che negli ultimi quattro anni ha rappresentato Israele nelle trattative con il Vaticano, ha detto che Benedetto XVI forse è stato trattato ingiustamente per il suo passato nazista. “E ‘stato chiamato alle armi, non era volontario … Lui e la sua famiglia – ha aggiunto Ayalon – in realtà si opposero al regime nazista. Credo che abbia fatto molto per redimersi da quel passato”, ha detto ancora Ayalon, aggiungendo: “Ho imparato ad apprezzare la sua importanza spirituale ed anche la sua amicizia per il popolo ebraico.”
In Israele (e non solo), il sostegno di Ratzinger alla santificazione di Pio XII, così come la decisione di togliere la scomunica al vescovo tradizionalista inglese che negò pubblicamente la Shoah, sono stati duramente criticati.
Eppure, si legge su The Times of Israel, come il suo predecessore, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI ha fatto giungere agli ebrei un segno di amicizia importante: il suo primo atto ufficiale come pontefice, è stato quello di inviare una lettera alla comunità ebraica di Roma. Ratzinger, si ricorda poi, è stato anche il secondo papa nella storia ad entrare in una sinagoga.