di Nathan Greppi
Mercoledì 23 agosto, i media lettoni hanno riportato il ritrovamento di una fossa comune di ebrei uccisi dai nazisti 82 anni fa, vicino al faro della città costiera di Liepāja.
Secondo Ynetnews, ad oggi l’unica prova del massacro (attuato dai nazisti nell’ambito dell’Operazione Reinhard nell’Europa orientale), erano delle foto scattate in bianco e nero il 15 luglio 1941 da un soldato tedesco, Reinhard Wiener, che raffiguravano principalmente il faro. Nel corso degli anni, i tentativi di ritrovare il luogo dove erano sepolte le vittime si sono basati principalmente su queste foto, ma non hanno mai avuto successo. La svolta è avvenuta questa estate, quando dei ricercatori americani si sono recati a Liepāja equipaggiati di nuove tecnologie, attraverso le quali sono riusciti a individuare la fossa comune. Qui, sono stati ritrovati i resti di dozzine di ebrei uccisi dai nazisti.
Ilana Ivanova, rappresentante della Comunità Ebraica di Liepāja, ha raccontato che il ritrovamento è avvenuto nell’area industriale della città, in un luogo attualmente occupato da una compagnia lituana nel campo della lavorazione del pesce che vuole espandersi nella zona. Su questo è intervenuto anche Ilya Lensky, direttore del Museo Ebraico della Lettonia, il quale si oppone all’idea che vengano costruiti nuovi edifici su una tomba. Piuttosto, auspica che sul posto venga edificato un monumento alla memoria degli ebrei vittime del massacro. Il sindaco di Liepāja, Gunārs Ansiņš, ha dichiarato che il consiglio comunale sta discutendo della questione al fine di trovare la soluzione migliore.
Prima della guerra, a Liepāja vivevano circa 7.000 ebrei, ma al termine della Shoah ne erano sopravvissuti poco meno di 30. A livello nazionale, se nel 1925 vivevano 95.000 ebrei in Lettonia, nel 2021 c’è n’erano appena 8.000 in tutto il paese.
(Nella foto in alto: donne del ghetto di Liepāja prima della loro fucilazione. Fonte: Yad Vashem Photo Archives, 4613/626)