L’Europa sta diventando la “Nuova Terra Promessa” degli israeliani?

Mondo
di Roberto Zadik
Ad accelerare la fuga degli israeliani sarebbero, oltre alle guerre a Gaza e le tensioni in Libano, l’elevato costo della vita, la radicalizzazione delle divisioni politiche nella popolazione e gli attacchi di Hamas e dell’Iran. In generale, chi emigra sono persone mediamente molto istruite, relativamente giovani c he creano famiglia nei paesi dove emigrano. 

Se fino a non molto tempo fa si parlava sempre dell’aliyah e della fuga degli ebrei europei verso Israele, ora sembra che ci sia stata un’inversione di marcia. Infatti, a causa delle continue tensioni e conflitti, dopo il 7 ottobre, pare che migliaia di israeliani stiano abbandonando il paese preferendo l’Europa in cerca di maggiore “tranquillità”, nonostante il virulento antisemitismo, e opportunità lavorative. A dare la notizia di questa progressiva “israelianizzazione” di comunità ebraiche ormai sempre più anziane e in netto calo demografico, il Jewish Chronicle e l’autorevole The Guardian che hanno pubblicato i dati della ricerca del Jewish Policy Research, importante istituto di ricerca londinese.

Ma cosa sta accadendo e quali i numeri delle emigrazioni israeliane che, a quanto pare, starebbero ripopolando e ringiovanendo l’ebraismo europeo, dalla Germania, al Regno Unito all’Olanda?  Secondo lo studio, circa 630.000 israeliani hanno lasciato la terra d’origine in due anni, dal 2021 al 2023, confermando la crescente ondata di connazionali che, nell’ultimo decennio, stanno emigrando all’estero. Queste persone, nate in Israele o in Europa da genitori israeliani, ormai, secondo i dati più aggiornati,  rappresenterebbero il 9% degli ebrei della diaspora.

Numeri molto elevati di israeliani, circa 24.000, attualmente, vivono in Germania, mentre nel Regno Unito se ne contano 23.000, costituendo la metà degli israeliani diventati cittadini europei.

Nell’ultimo decennio si è  verificato un forte aumento della presenza israeliana anche nelle comunità ebraiche dei Paesi Baltici, in Irlanda, in Bulgaria, Repubblica Ceca, Spagna e Paesi Bassi.

Secondo Daniel Staetsky, autore della ricerca, “i fondatori dello Stato d’Israele non avrebbero mai immaginato che proprio gli israeliani avrebbero ringiovanito le comunità ebraiche europee”.

Ma quali sarebbero le cause del fenomeno migratorio? Ad accelerare la fuga degli israeliani sarebbero numerosi fattori fra i quali, oltre alle guerre a Gaza e le tensioni in Libano, l’elevato costo della vita, la radicalizzazione delle divisioni politiche nella popolazione e gli attacchi di Hamas e dell’Iran. In generale, chi emigra sono persone mediamente molto istruite, relativamente giovani che diventano genitori nei paesi in cui iniziano una nuova vita, e che cercano di ricominciare in luoghi liberi e democratici al di fuori dalle tensioni politiche del Paese.

Nonostante l’America rimanga la meta prediletta, la ricerca evidenzia una netta impennata dei dati europei, con 630.000 israeliani emigrati dal Paese e circa 330.000 persone nate all’estero da uno o entrambi i genitori israeliani.

La più grande comunità israeliana, in diaspora, sarebbe in Germania seguita dalla Gran Bretagna, Norvegia e dalla Finlandia in cui circa metà delle comunità ebraiche locali sarebbe formata da israeliani, seguite da Bulgaria, Spagna, Danimarca, Irlanda e Olanda con oltre il 20%.

L’articolo menziona una serie di cambiamenti, apportati dalle nuove migrazioni, come la cucina ed i nomi israeliani che hanno rimpiazzato, in molti luoghi, la realtà originaria, primo fra tutti l’Olanda in cui vivrebbero 12.000 israeliani. Come ha ricordato Asjer Waterman, membro dell’organizzazione Olanda Ebraica, “malgrado abbiano una storia molto differente dagli ebrei locali, gli israeliani stanno dando un grande contributo”.

Molto interessante quanto afferma Itay Garmy, consigliere della comunità ebraica di Amsterdam, “gli israeliani che arrivano qui sono, spesso, ancora più laici degli ebrei olandesi ed il legame con loro è più basato sulla cultura, la musica, il cibo e l’amore per Israele che sulla religione”.

Molto diversa l’opinione di altri immigrati israeliani che, viceversa, a Berlino hanno ritrovato il loro ebraismo aumentando l’osservanza. A questo proposito Avisar Lev che da Tel Aviv è emigrato, nel 2012, a Berlino ha evidenziato di sentire maggiormente la propria identità ebraica nella capitale tedesca e di non aver mai avuto nessun problema di antisemitismo.

Come riporta a l’articolo del Guardian, queste migrazioni stanno preoccupando il governo israeliano, tanto che il mese scorso un comitato parlamentare ha analizzato la questione, evidenziando le cause e le possibili soluzioni.