Libano e Israele: ore decisive per la tregua. A che punto è l’accordo con Hezbollah?

Mondo

di Anna Coen
La situazione tra Israele e Hezbollah rimane estremamente complessa e delicata. Sono giorni frenetici in cui la posta in gioco è altissima. Le trattative per un cessate il fuoco tra i due attori, con la mediazione degli Stati Uniti, sembrano aver raggiunto un momento cruciale, ma non privo di ostacoli. Israele ha dichiarato di accettare in linea di principio l’offerta di uno stop al conflitto.

Secondo vari resoconti di domenica sera 24 novembre, dopo che il primo ministro Benjamin Netanyahu ha tenuto consultazioni ad alto livello sulla questione, Israele ha accettato in linea di principio un cessate il fuoco sostenuto dagli Stati Uniti con Hezbollah in Libano e ora Bibi sta lavorando su come presentarlo al pubblico.

L’incontro si è svolto mentre Israele era stato colpito da ondate di razzi provenienti dal Libano per tutto il giorno e l’Aeronautica militare aveva effettuato ripetuti attacchi contro i siti di Hezbollah a Beirut.

I resoconti di questi giorni su Kan, Ynet e Haaretz, che citavano funzionari di Gerusalemme, Washington e Beirut, hanno tutti notato che l’approvazione della proposta non era definitiva e che diverse questioni dovevano ancora essere risolte, ma che Gerusalemme aveva approvato i principi fondamentali della proposta. Secondo Ynet, questo era stato trasmesso al Libano.

Il Jerusalem Post riporta la notizia che un cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah entrerà in vigore «entro poche ore» in base a quanto hanno affermato ieri vari organi di informazione libanesi e sauditi, nonché fonti americane.

Un alto funzionario americano ha dichiarato al quotidiano israeliano Maariv che la bozza dell’accordo di cessate il fuoco, i cui dettagli saranno noti con l’annuncio definitivo, include un periodo di transizione di 60 giorni, durante il quale le IDF si ritireranno dal Libano meridionale, l’esercito libanese si schiererà nelle aree adiacenti al confine e Hezbollah sposterà le sue armi pesanti a nord del fiume Litani.

I ministri più estremisti del governo israeliano hanno chiesto ulteriori chiarimenti a Netanyahu prima di accettare la tregua mediata dagli Stati Uniti grazie ai negoziati portati avanti dal consigliere americano Amos Hochstein. Intanto, il portavoce di Netanyahu ha detto alla CNN che il governo israeliano voterà oggi la proposta di accordo per il Libano, che dovrebbe sciogliere ogni riserva ed essere approvata.

Il quotidiano saudita Al-Sharq Al-Awsat ha aggiunto che il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il presidente francese Emmanuel Macron dovrebbero annunciare sempre oggi il cessate il fuoco di 60 giorni tra Libano e Israele.  Anche fonti libanesi hanno confermato a Reuters l’esistenza di un «piano Biden-Macron», che mira ad annunciare un accordo di cessate il fuoco entro 36 ore, mercoledì mattina. Sulla carta sembrano essere d’accordo tutti.

Come riporta l’adnkronos, il portavoce del Dipartimento di Stato americano Matthew Miller durante un briefing parla di «progressi significativi verso una risoluzione, ma non abbiamo ancora finito, nulla è definitivo finché tutto non è definitivo». Miller ha preso atto dell’ottimismo espresso da altri esponenti della Casa Bianca, ma ha scelto di mantenere un filo di cautela. «Siamo fiduciosi di poter raggiungere un accordo, ma abbiamo bisogno che entrambe le parti arrivino al sì – ha detto – Questo è stato un processo incredibilmente frustrante. Ci sono state molte volte in cui abbiamo pensato che saremmo arrivati al sì sia in Libano che a Gaza e per varie ragioni le parti non ci sono arrivate».

Gli Stati Uniti restano di fatto un attore chiave. La loro pressione diplomatica ha portato a una parziale apertura, ma il successo dell’accordo dipenderà adesso dalla capacità di bilanciare le esigenze di sicurezza israeliane con le richieste di sovranità libanesi.

Come sottolineato da più parti, un nuovo conflitto aperto sarebbe devastante non solo per i protagonisti diretti ma anche per la stabilità regionale.

In sintesi, mentre alcuni passi avanti sono stati compiuti, le divergenze fondamentali e l’instabilità sul campo rendono l’accordo altamente delicato. La finestra diplomatica è stretta e richiede compromessi significativi da entrambe le parti.

 

(Nella foto, un attacco di Hezbollah nel nord di Israele nel luglio di quest’anno. Fonte: Alma Research and Education Centre)