di Redazione
Così come nelle ultime settimane è emerso un nuovo conteggio delle vittime civili palestinesi decedute nel corso del conflitto mediorientale, da qualche ora una notizia choc inizia a circolare sul web: una conversazione tra due abitanti di Gaza riguardo all’incendio a Rafah che Hamas ha attribuito a Israele.
Grazie a una registrazione corredata da fotografie e planimetrie del territorio, l’IDF conferma che l’artiglieria di Hamas è stata responsabile del fuoco mortale di Rafah. Infatti, prima di procedere, l’esercito israeliano aveva adottate misure severissime per garantire che nessun civile, in particolare donne e bambini, fosse presente nel complesso di Hamas al momento dell’attacco.
Non sarebbe però la prima volta: già a metà ottobre, appena iniziata la guerra, un missile della Jihad islamica aveva colpito l’ospedale Al-Ahli Arab di Gaza, ma subito le colpe erano state date dal mondo a Israele. Solo in un secondo momento i media internazionali hanno dovuto prendere atto dello svolgimento reale dei fatti.
- Leggi anche: La verità sul missile sull’ospedale a Gaza e l’atteggiamento controverso dei media internazionali
Ecco la trascrizione in inglese dell’audio raccolto dall’IDF accompagnato da foto che confermano quanto accaduto.
First speaker 1: «And they say that they (Hamas terrorists that were bombed) sat in a meeting and that there is (a facility) and in addition, they had ammunition, because all of the ammunition that started exploding. Bags of money were flying in the air, Abu Rafik». Second speaker: «These (the ammunition that exploded) were really ours? First speaker: «Yes, this is a ammunition warehouse. I tell you it exploded (mumbling). I mean the Jewish bombing wasn’t strong, it was a small missile, because it didn’t create a large whole. And afterwards a lot of secondary explosions».
Trduzione in italiano
Interlocutore 1: «E dicono che loro (i terroristi di Hamas che sono stati bombardati) erano presenti a una riunione e che c’è (una struttura) e inoltre avevano munizioni, perché tutte le munizioni hanno iniziato a esplodere. Volavano sacchi di denaro nell’aria, Abu Rafik». Secondo interlocutore: «Queste (le munizioni che sono esplose) erano davvero nostre?». Primo interlocutore: «Sì, questo è un deposito di munizioni, ti dico che è esploso (mormora). Intendo dire che il bombardamento ebraico non è stato forte, era un piccolo missile, perché non ha creato un grande buco. E poi molte esplosioni secondarie».
Mentre scriviamo, la notizia inizia a circolare sul web. Il sito i24news.tv/fr riporta che l’IDF stava monitorando i movimenti di Yassin Rabia e Khaled Najjar prima dell’attacco al complesso nel quartiere di Tel Sultan a ovest di Rafah nella notte tra domenica e lunedì. Secondo l’Intelligence del’’IDF, l’area era stata utilizzata per attività di Hamas, compreso un vicino lanciarazzi. L’esercito ha affermato che l’attacco è avvenuto fuori dalla “zona umanitaria” designata nell’area di al-Mawasi, che dista più di un chilometro dal complesso che si è incendiato. Sono state adottate misure per garantire che nessun civile, in particolare donne e bambini, fosse presente nel complesso di Hamas al momento dell’attacco.
Gli aerei da guerra israeliani hanno utilizzato due piccole munizioni, ciascuna con una testata da 15 chilogrammi, per ridurre al minimo il rischio di vittime civili a causa della vicinanza del campo profughi palestinese.