Da qualche giorno a Tel Aviv, esattamente nella centralissima Rabin Square, suscita grande curiosità un grande cartellone pubblicitario alto come un palazzo di quattro piani raffigurante la bandiera di Israele accanto a quella dell’Iran, con sotto una scritta che annuncia “l’ambasciata iraniana in Israele verrà presto aperta qui”. Un tema, quello dei rapporti fra Israele e l’Iran, molto caldo soprattutto negli ultimi tempi, dopo la sigla dell’accordo sul nucleare e le continue dichiarazioni iraniane, anche successive all’accordo, di voler distruggere Israele.
Come riporta il Times of Israel, le persone che hanno chiamato il numero stampato sul cartellone hanno sentito un messaggio in inglese che diceva: “Salaam, avete raggiunto l’ambasciata iraniana a Tel Aviv. Sfortunatamente non possiamo rispondere ora, ma la vostra chiamata è importante per noi, quindi lasciate il vostro nome e numero dopo il bip e sarete richiamati”.
Siti israeliani riferiscono che il cartellone potrebbe essere stato fatto e collocato da artisti israeliani con il gruppo d’arte ‘Hamabul‘, che invoca un riavvicinamento tra i due Paesi. Come si legge sul loro sito, “siamo un gruppo di artisti che vive e crea a Gerusalemme, e che cerca di creare una nuova realtà: una realtà di dialogo fra le persone, non dominata dai mass media e dai governi”.
Sulla pagina Facebook del gruppo, però, il gruppo declina ogni responsabilità nel cartellone pubblicitario di Tel Aviv, anche se si dichiara “molto contento”. Ma è anche vero che in giugno lo stesso gruppo aveva creato un evento intitolato “audizioni per l’ambasciata iraniana in Israele”, in cui gli iraniani che vivono in Israele e nel resto del mondo, così come gli appassionati di cultura, erano invitati a un’ “interessante avventura per l’apertura dell’ambasciata iraniana in Israele”.