di Ilaria Ester Ramazzotti
LONDRA – Sei persone sono state arrestate dalla polizia di Londra in seguito all’aggressione avvenuta contro la sinagoga Ahavat Torah di Stamford Hill, nel nord della capitale inglese, nella notte fra sabato 21 e domenica 22 marzo.
Fra vetri in frantumi, insulti e sedie volanti, secondo quanto ricostruito e come si vede in un video postato su YouTube, un gruppo di venti persone fra cui alcune ragazze ha cercato di entrare in una sala del centro ebraico dove si era svolta una cena comunitaria. Non sono ancora stati chiariti i motivi dell’assalto, anche se la polizia ha preso in considerazione il movente antisemita a causa soprattutto delle affermazioni e degli insulti pronunciati da uno degli arrestati.
Con ogni probabilità, come riporta il Jerusalem Post, la rissa sarebbe iniziata nel quartiere all’uscita da una festa privata, quando il gruppo di persone, in parte ubriache, avrebbe iniziato a litigare con due ragazzi ebrei non religiosi e senza la kippà che si sarebbero poi rifugiati nella sinagoga. All’interno, dopo aver chiamato la polizia, alcuni giovani della comunità hanno cercato di respingere il gruppo e uno di loro è stato leggermente ferito. Sono stati inoltre danneggiati alcuni arredi e dei libri di preghiera.
L’ispettore Jonathan Waterfield ha riferito sempre al Jerusalem Post che la polizia sta indagando per stabilire le circostanze dell’accaduto e per identificare chiunque altro ne fosse coinvolto. “Abbiamo aumentato le pattuglie nella zona di Stamford Hill per rassicurare la comunità”, ha aggiunto chiarendo tuttavia che non sussistono elementi che facciano pensare a un gesto premeditato o organizzato contro gli ebrei del quartiere, sede di una delle maggiori comunità di haredim d’Europa.
L’opinione è stata condivisa dal rabbino Maurice Davis della sinagoga Ahavat Torah, che ha definito l’episodio “meschino e anti-sociale piuttosto che anti-semita”. Al momento non sono emersi legami con altri precedenti atti antisemiti che hanno riguardato la zona di Stamford Hill, fra cui l’intimidazione di un gruppo di estrema destra che voleva organizzare una manifestazione contro “l’ebraicizzazione della Gran Bretagna” e che si sarebbe dovuta svolgere proprio il 22 marzo.