Alcuni membri del corpo accademico britannico sono nuovamente scesi sul piede di guerra contro i colleghi israeliani. Gli aderenti al sindacato Natfhe, la maggiore centrale degli insegnanti universitari britannico (67mila iscritti) hanno approvato una mozione che chiede il boicottaggio degli insegnanti universitari israeliani che “non si dissocino dalle politiche di apartheid del Governo di Gerusalemme” verso i palestinesi. Il boicottaggio consiste nel rifiuto di cooperare con i colleghi israeliani, chiudendo gli scambi per la ricerca scientifica e universitaria.
La decisione è stata oggetto di polemiche. Prima è stata inviata una lettera al Guardian, firmata da numerosi professori universitari che chiedevano ai colleghi del Natfhe di respingere la mozione definita “scellerata”.
Poi si è fatta avanti lassociazione americana del settore, lAmerican association for advancement of science (Aaas), che ha messo in guardia il sindacato dal promuovere unazione “in antitesi al ruolo positivo della libera ricerca scientifica, che porta al miglioramento della vita dei cittadini ovunque nel mondo, malgrado le differenze di credo politico”.
Il Consiglio Internazionale dellUniversità israeliana Bar Ilan ha diffidato il Natfhe dall’intraprendere un passo contrario allo spirito di collaborazione scientifica che dovrebbe caratterizzare il lavoro accademico.
Nulla da fare: i duri del sindacato hanno comunque approvato la mozione. Sulla scia di quanto avevano peraltro fatto lanno prima i colleghi della British association of university teachers (Aut,) che avevano promosso il boicottaggio delle Università di Haifa e Bar-Ilan perché “complici nella soppressione dei palestinesi”. La storia si ripete, e non a caso, dato che Natfhe e Aut hanno da poco deciso di fondersi. Paradossalmente, quando questo accordo sarà formalizzato, renderà nullo ogni atto deciso prima delloperazione, inclusa, quindi, la votazione contro Israele.