Sandor Kepiro oggi ha 97 anni, è uno degli ultimi criminali di guerra nazisti ancora viventi, e fino a poco tempo in cima alla lista dei ricercati dal Centro Simon Wiesenthal. Due giorni fa il tribunale di Budapest lo ha assolto dall’accusa di complicità nell’eccidio che nel 1942 in Serbia provocò la morte di 1200 civili fra serbi, ebrei e rom. Secondo le perizie degli storici interpellati dal tribunale, i documenti portati dall’accusa erano incompleti o non attendibili a causa di una pessima traduzione.
Kepiro è vissuto in Argentina per quasi cinquant’anni (dal 1946 al 1996) e nel 2006 è stato rintracciato a Budapest da Efraim Zuroff del Centro Wiesenthal.
La notizia dell’assoluzione si va ad aggiungere a quelle che negli ultimi tempi testimoniano nel paese una decisa svolta ultranazionalista. Da un anno infatti è governato da una maggioranza di estrema estrema destra che occupa i due terzi del Parlamento. Presidente di turno dell’Unione europea, il primo ministro Viktor Orban ha dichiarato di recente di non credere affatto nell’Europa, ma solo nell’Ungheria. Nel 2012 entrerà inoltre in vigore il nuovo testo della Costituzione in cui lo Stato verrà definito non più come una Repubblica ma come una nazione politica che trova le sue radici nel cristianesimo e nell’etnia magiara.
La svolta ultranazionalista dell’Ungheria sta avendo pesanti ripercussioni anche sul trattamento e la considerazione delle minoranze, a cominciare dai rom.