di David Fiorentini
Dopo che il ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen ha annunciato che l’Ungheria avrebbe spostato la propria ambasciata a Gerusalemme, alti funzionari magiari hanno smentito tale decisione.
“L’Ungheria gestisce un ufficio commerciale a Gerusalemme dal 2019, ma finora non è stata presa alcuna decisione riguardo ulteriori passi”, ha chiarito l’ambasciatore ungherese in Israele, Levente Benko, preso alla sprovvista dalla dichiarazione israeliana.
L’annuncio del ministro Cohen era giunto durante un incontro a Budapest con il suo omologo ungherese, Péter Szijjártó, che ha sottolineato come “la cooperazione tra Ungheria e Israele abbia raggiunto un picco storico”. “Il rafforzamento di una posizione filo-israeliana, insieme ad altri Paesi dell’Europa centrale, rappresenta un interesse politico ed economico di rilievo per lo Stato di Israele”, aveva aggiunto Cohen.
Durante il summit, Szijjártó aveva criticato la politica faziosa dell’Unione Europea nei confronti di Israele, promettendo che l’Ungheria avrebbe continuato a sostenere Israele nelle arene internazionali e che Budapest si appellerà alla Corte Penale Internazionale dell’Aia per contrastare eventuali tentativi tendenziosi di condannare lo Stato ebraico.
Un grande e giustificato ottimismo, che però non è ancora sufficiente per smuovere il Governo ungherese su una decisione così importante.
Ad ogni modo, nel caso in cui l’Ungheria dovesse prendere effettivamente questa strada, sarebbe la quinta nazione a trasferire la propria ambasciata nella capitale israeliana, unendosi così agli Stati Uniti, al Guatemala, al Kosovo e all’Honduras.
(Foto: Israeli Embassy in HungaryIsrael’s Foreign Minister Eli Cohen (L) with his Hungarian counterpart Péter Szijjártó in Budapest, Hungary)