di Ilaria Ester Ramazzotti
«Neanche un tedesco fu coinvolto, fu la polizia francese a collaborare con i nazisti». Lo ha dichiarato senza ombre il presidente francese Emmanuel Macron in occasione delle commemorazioni della retata del Vel’ d’Hiv del 1942, nella quale vennero arrestati e catturati a Parigi oltre 13 mila ebrei (vedi il video). Alla cerimonia svoltasi nella capitale francese il 16 luglio scorso, 75° anniversario della retata, ha partecipato anche il premier israeliano Benyamin Netanyahu.
«È stata la Francia a organizzare» la deportazione di massa degli ebrei francesi, ha evidenziato Macron condannando apertamente il ruolo svolto dalla Francia nella Shoah. Le sue parole si pongono altresì in contrapposizione alle dichiarazioni da lui definite «comode e false» di Marine Le Pen, che in un discorso per le elezioni presidenziali di quest’anno ha sostenuto che il regime collaborazionista di Vichy non rappresentava lo Stato francese. Nel 1995, il presidente Jacques Chirac aveva ufficialmente ammesso e chiesto scusa per la complicità della polizia francese nei fatti del Vel’d’Hiv.
«Sono qui con il mio amico presidente Macron per commemorare le vittime – ha detto Netanyahu -. Settantacinque anni fa, un buio pesante scese su questa città. I nazisti e i loro collaboratori frantumarono la vita di migliaia di ebrei a Vel’d’Hiv. I valori della rivoluzione francese – libertà, uguaglianza, fraternità – furono schiacciati sotto lo stivale dell’antisemitismo».
Indirizzandosi a Macron, Netanyahu ha poi sottolineato di combattere l’estremismo islamico affermando che «la tua lotta è la nostra lotta. Gli zeloti dell’Islam militante, che cercano di distruggerti, cercano di distruggerci anche noi».
I fatti del Vel’ d’Hiv
Fra il 16 e il 17 luglio 1942 accadde a Parigi il più grande rastrellamento compiuto in Francia contro persone ebree nel corso della Seconda guerra mondiale. Gli arresti, che riguardarono 2.573 uomini, 5.165 donne e 3.265 bambini, furono compiuti su iniziativa della polizia francese. L’ufficiale delle SS Adolf Eichmann si limitò infatti ad autorizzare l’operazione nei giorni successivi. Circa 6 mila degli arrestati furono trasferiti nel campo di detenzione di Drancy, a nord della capitale francese, mentre gli altri 7 mila vennero rinchiusi nel Vélodrome d’Hivèr (il Velodromo d’Inverno), noto come Vel’ d’Hiv, nel 15° arrondissement della città. In seguito, furono deportati verso i campi di sterminio nazisti, fra cui Auschwitz. Meno di un centinaio di loro si salvò.