di Nathan Greppi
Dopo aver quasi messo al bando le circoncisioni senza successo, la Norvegia fa nuovamente parlare di sé per una nuova votazione scandalosa: con la differenza che stavolta al centro di tutto non vi è un partito politico, ma la Confederazione dei Sindacati Norvegesi (LO in norvegese), che sabato 13 maggio ha chiesto un boicottaggio totale contro Israele.
Secondo il Jerusalem Post, il LO rappresenta oltre 900.000 lavoratori nel paese, oltre un quarto di tutta la popolazione adulta. La risoluzione per boicottare lo Stato Ebraico è stata approvata con 197 voti favorevoli e 117 contrari, e chiede un boicottaggio economico, culturale e accademico contro Israele.
Negli ultimi anni il LO ha già chiesto di boicottare singole istituzioni israeliane, tra cui il sindacato Histadrut, oltre ad aziende “che traggono profitto dall’occupazione di terre palestinesi,” come ha dichiarato la confederazione nel 2013.
Tuttavia non tutti nel paese scandinavo appoggiano questa decisione: ad esempio, lo stesso capo del LO Hans-Christian Gabrielsen si è dichiarato contrario, affermando che così facendo si rischia di danneggiare anche i palestinesi che lavorano in aziende israeliane. Della stessa opinione il Ministro degli Esteri Borge Brende, che su Twitter ha scritto che “ci servono più cooperazione e dialogo, non boicottaggi.”
Altrettanto contrariato è Raphael Schutz, Ambasciatore Israeliano in Norvegia, che sulla sua pagina Facebook ha definito la risoluzione “immorale”, in quanto riflette un’ostilità profondamente radicata verso lo Stato Ebraico, fondata sulla discriminazione e i doppi standard.