Manifestazione al Consolato Libanese: parole di dialogo

Mondo

La manifestazione organizzata dall’ADI (Amici di Israele) e dalla Comunità ha visto la partecipazione di moltissime persone, tante delle quali non ebrei, che sono intervenute per dimostrare la solidarietà a Israele in questi momenti gravissimi.

L’incontro era davanti al Consolato libanese, la finalità quella di consegnare una lettera al Console, ma non aveva intenti di protesta: ci sono stati interventi di esponenti delle istituzioni milanesi che con varie sfumature, e anche sbavature, hanno appoggiato la politica israeliana, foto, scritte, bandiere, giornalisti.

Ciò che rappresentava meglio lo spirito della manifestazione erano due cartelli che ricorrevano più frequentemente: “Israele e Libano non sono nemici, ma hanno un nemico comune, il terrorismo”, e “Iran e Siria complottano, Israele e Libano soffrono”.

Questo è stato un leitmotiv anche negli interventi, ossia sottolineare come non vi sia ostilità nei confronti del popolo libanese, che soffre di un’occupazione da parte di organismi terroristici, e la grave e greve responsabilità degli altri due stati, Iran e Siria, chiamati con nome e cognome, che ora si sono succeduti agli altri paesi musulmani che nel ’67 o ’73 erano stati causa di guerre infami.

Meglio delle mie parole, esprime lo spirito che ha animato l’incontro di ieri la lettera della Comunità e dell’ADI, di cui è stata data lettura, e che non ha potuto essere consegnata, al Console libanese: “Le nostre sono parole di dialogo e di amicizia”.

“Siamo qui per portare la nostra solidarietà. Il dolore che state vivendo è anche il nostro. I libanesi non meritano quanto stanno passando … Siamo con voi perché sia il popolo libanese a decidere del proprio futuro, sia esso di pace o di guerra … In nome della pace siamo qui a chiedere sostegno al vostro governo per le ricerche dei soldati israeliani rapiti”.

Nei vari interventi, che non hanno risparmiato la retorica del resto ben gradita in questi momenti, si è notata una grande concordia nel ribadire la solidarietà a Israele (e speriamo che duri), a nome dei rappresentanti di partiti e istituzioni milanesi. Hanno parlato fra gli altri, sperando di non dimenticare nessuno, Davide Romano segretario dell’ADI, Andrea Jarach, Grancini per la Provincia, Soffiotti del Comune, Litta Modigliani della Rosa nel Pugno, che fra grandi applausi ha parlato dicendosi fiero di reggere la bandiera israeliana, Monguzzi dei Verdi, Prosperini di AN, la Ferretto del gruppo misto, e poi Eyal Misrachi di ADI (“non è una manifestazione contro, è una manifestazione per”), Sorel per la Sinistra per Israele, Sgarbi, che ha preannunciato, organizzate dal Comune, la Mostra dell’arte israeliana per ottobre e sempre in autunno 3 settimane dedicate alla cultura israeliana (musica, letteratura, cinema e altro).

A conclusione ha parlato Leone Soued, Presidente della Comunità, che, soffermandosi sull’importanza di far conoscere i fatti anche ai non ebrei, ha portato la solidarietà al Libano e ha sottolineato la grande partecipazione e vicinanza degli ebrei di Milano; ma è veramente come se in questo momento ebrei e israeliani fossero una cosa sola.

Lia Sacerdote

Il testo della lettera aperta al Console Libanese

Sua Eccellenza Hassan Najem

Siamo qui a portarLe la nostra solidarietà. Il dolore che state vivendo è anche il nostro. I libanesi non meritano quanto stanno passando.
E pensare che tutto è cominciato per iniziativa di un singolo gruppo armato, fa ancora più rabbia.
Ma non dobbiamo perdere la forza del dialogo, e dobbiamo anzi sforzarci di riflettere sulle conseguenze delle iniziative belliche di singoli gruppi. Crediamo fortemente nella pace, e per questo crediamo che essa si avvicinerà quanto più il governo libanese riuscirà ad emanciparsi dalla presenza di Hezbollah.
Come del resto ha auspicato recentemente anche il nostro Presidente del Consiglio, e come richiesto dalla risoluzione Onu 1559 del 2004, Non esiste infatti stato pacifico che possa convivere con una forza militare alternativa all’esercito dispiegata sul proprio territorio.
Non esiste stato di diritto dove un gruppo di miliziani possa decidere di fare la guerra a un paese limitrofo senza neppure sentire il parere del legittimo governo.
Non esiste una simile situazione neppure nei paesi tanto amici di Hezbollah. Sia l’Iran che la Siria si guardano bene infatti dal lasciare milizie armate autonome sul proprio territorio.
Da qui bisogna partire se si vogliono evitare nuovi scontri e nuove sofferenze. Un cessate il fuoco senza il disarmo di Hezbollah rischierebbe di essere solo un intervallo fino ai prossimi scontri.
Siamo con voi, perché sia il popolo libanese a decidere del proprio futuro, sia esso di pace o di guerra, fiduciosi come siamo che, laddove sono le persone a scegliere, la pace possa avere la meglio.
Abbiamo sofferto con voi per l’uccisione del premier Hariri, così come abbiamo gioito con voi per il ritiro delle truppe siriane.
In nome della pace siamo qui a chiedere sostegno al vostro governo per le ricerche dei soldati israeliani rapiti, innocenti burattini di un gioco i cui fili vengono mossi a Teheran e a Damasco, ma le cui conseguenza pagano i libanesi tanto quanto gli israeliani.
Nella speranza che vogliate accogliere queste nostre parole di dialogo e di amicizia, sappiate che per noi è motivo di dispiacere il solo pensare che tra Libano e Israele non possano esserci normali relazioni diplomatiche. Sono troppe le cose belle che possiamo costruire con gli altri, per sprecarle in quell’orribile gioco chiamato guerra.
Nella speranza che presto giunga una pace definitiva e nella speranza che da essa possa presto nascere un mutuo riconoscimento, Le porgiamo i nostri migliori auguri.
A Lei e al suo Paese. Che la pace sia con voi.

Shalom.

Leone Soued (presidente della Comunità Ebraica di Milano)

Davide Romano (segretario ass. Amici Di Israele)

La cronaca
Centinaia di sostenitori e simpatizzanti di Israele si sono raccolti nella
centrale via Larga di Milano di fronte al Consolato libanese. L’Associazione Amici di Israele che ha organizzato il presidio, ha affidato una lettera rivolta al console Hazzan Najem nella quale invita il governo libanese a emanciparsi dalla presenza di Hezbollah e nel rispetto della risoluzione Onu 1559 del 2004. L’Associazione chiede inoltre l’immediata liberazione dei soldati israeliani rapiti, che ha provocato l’escalation di guerra degli ultimi giorni. ”Siamo con voi – si legge nel
documento – perché sia il popolo libanese a decidere del
proprio futuro, sia esso di pace o di guerra, fiduciosi come
siamo che, laddove sono le persone a scegliere, la pace possa
avere la meglio”.

Numerosi sostenitori hanno indossato la bandiera israeliana
con la tradizionale stella di David come mantello, altri la
sventolano issata ad aste di bandiera. Uno striscione sorretto
da due sostenitrici di Israele recita: ”Le testate di Zidane ci
innervosiscono, quelle di Hezbollah ci terrorizzano”.
Numerosa
la presenza di politici milanesi. Hanno preso parte al presidio
i consiglieri regionale Carlo Saffioti, di Forza Italia, Silvia
Ferretto e Piergianni Prosperini di AN e Carlo Monguzzi e
Marcello Saponaro dei Verdi. Tra i presenti anche l’assessore
provinciale alla sicurezza Grancini.
Questi ultimi, un po’ in disparte, muniti di un cartellone con la scritta “pace e diritti per tutti subito”, hanno dichiarato: ”Sosteniamo da sempre due popoli e due Stati. Israele ha il diritto di vivere in pace e sicurezza, ma crediamo che la reazione del suo esercito sia sproporzionata”.

Una posizione certo minoritaria, in un presidio in cui le
parole d’ordine sono quelle sintetizzate dallo stesso Saffioti
in una mozione presentata ieri in Consiglio regionale:
”solidarietà al popolo israeliano senza se e senza ma”. Tra i
partecipanti ci sono anche due rabbini. ”Israele è in serio
pericolo – ha detto Igal Hazan, rabbino italiano figlio di
immigrati libanesi – nelle nostre sinagoghe stiamo organizzando
preghiere speciali per i nostri soldati impegnati nei fronti di
guerra e per quelli che invece sono rapiti dagli hezbollah”.

”La questione della ‘sproporzione’
mi lascia perplesso. Ma è l’unico punto che non condivido”.
Così Emanuele Fiano, deputato dell’Ulivo, membro della
Comunità ebraica di Milano, commenta intanto l’intervento del ministro
degli Esteri Massimo D’Alema sulla situazione in Medioriente.

”La reazione di Israele – continua Fiano – è commisurata al
potenziale di Hamas, che sono i soldi e gli armamenti che
provengono dall’Iran e dalla Siria. Se capiamo questo, allora è
chiaro che il nemico di Israele è Ahmadinejad, che è un nemico
che lo vuole annientare. Questa non è una guerra preventiva”.

Quanto alla proposta di una forza internazionale Onu nel
Libano del sud da inviare subito dopo il cessate il fuoco,
secondo Fiano ”ci sono segnali di apertura anche nel governo di
Olmert a questa prospettiva”. Però, conclude, ”una missione
Onu potrà essere efficace e credibile solo se entrambi i
contendenti ne riconosceranno il ruolo, e quindi solo se Israele
riterrà le Nazioni Unite una forza non ostile”.

”Il diritto all’esistenza d’Israele e alla sua sicurezza è un punto fermo che la comunità
internazionale deve salvaguardare con impegno e decisione,
unitamente all’obiettivo di garantire la vita dell’intera
regione e di contrastare in maniera decisa coloro che tentano di
minarla”. Lo afferma il presidente della Regione Lombardia,
Roberto Formigoni, in un messaggio al Presidente dell’Associazione Amici d’Israele, Eyal Mizrahi, che ha
organizzato l’iniziativa davanti al consolato libanese di
Milano.

”La ringrazio per l’invito alla manifestazione che la
vostra associazione ha organizzato e sebbene sia impossibilitato
a partecipare per impegni istituzionali non prorogabili,
desidero esprimere tutta la mia solidarietà per i gravi fatti
che stanno interessando in questi giorni lo Stato d’Israele –
ha scritto Formigoni – In un momento così drammatico per
Israele e per il futuro dell’intera zona mediorientale il mio
augurio è che si possa giungere al più presto tra le parti a
un accordo condiviso che sia garante di una pace duratura,
stabile ed equa per tutte le parti in causa”.
”Con la speranza che israeliani, palestinesi e libanesi
possano congiuntamente tornare a ripercorrere la naturale strada
del dialogo e del confronto pacifico – conclude Formigoni –
porgo a Lei e a tutti i partecipanti all’ iniziativa i miei più
cordiali saluti”.

”Hezbollah ha un ruolo preciso in
questa crisi: il rapimento dei 2 soldati israeliani è solo un
pretesto per distogliere l’attenzione mondiale dalla questione
nucleare iraniana”. È questo intanto il commento all’escalation della
violenza in Medio Oriente fatto dalla “anchorwoman”
dell’israeliana Channel one television, Ayala Hasson, nel
corso della seconda giornata del Laboratorio euro mediterraneo
tenutosi a Milano.

Un conflitto su commisione, quindi, quello ipotizzato dalla
giornalista israeliana che vede nelle intenzioni del “Partito di
Dio” anche ”la volontà di affossare un possibile asse
moderato”. A dimostrazione delle proprie tesi la Hasson porta
”la mancanza di richieste di qualsiasi genere da parte dei
miliziani sciiti, anche solo territoriali. Ma l’Egitto e gli
altri Paesi dell’area hanno intuito le loro intenzioni e si sono
chiamati fuori. È positivo anche l’impegno preso dai G8 riuniti
a San Pietroburgo che hanno chiesto all’Hezbollah il rilascio
degli ostaggi, l’attuazione della risoluzione dell’Onu 1559, il
disarmo e l’allontanamento dei suoi dal confine meridionale”.
È però la minaccia iraniana la maggiore preoccupazione per
Israele, ma ”un Iran con l’atomica – ha sottolineato la Hasson
– riguarderebbe il mondo intero e sarebbe una grave minaccia
alla pace. In fin dei conti abbiamo ascoltato tutti le
dichiarazioni del presidente Ahmadinejad e non le definirei
certo rassicuranti”.