di Paolo Castellano
Il 10 aprile il Ministero degli Esteri d’Israele ha condannato una dichiarazione della candidata presidente dell’estrema destra francese. Marine Le Pen ha infatti detto che la Francia non è stata responsabile della deportazione dei suoi ebrei durante la Shoah.
«La dichiarazione è contraria alla verità storica», ha dichiarato il Ministero degli Esteri aggiungendo che «i Presidenti francesi hanno riconosciuto lo stato di responsabilità del destino degli ebrei che morirono nella Shoah».
«L’accettazione è la base per gli eventi della giornata della Memoria che segnano l’anniversario dell’espulsione ebraica dalla Francia come anche lo studio dell’Olocausto nel proprio sistema educativo», ha detto il Ministero degli Esteri.
Questi sono «Elementi importanti nella battaglia contro l’antisemitismo che sfortunatamente cresce ancora oggi», ha specificato il Ministero degli Esteri israeliano.
Come riporta il Jerusalem Post, il governo francese si è già scusato in precedenza per il ruolo che le autorità francesi ebbero nello stipare i 13mila ebrei nel Velodromo d’Inverno nel 1942 per ordine degli ufficiali nazisti. La maggioranza di quegli ebrei più tardi sarebbe stata deportata nei campi di sterminio nazisti.
La Le Pen è, secondo i recenti sondaggi, una dei due principali leader di partito che potrebbero passare il primo turno elettorale il prossimo 23 aprile.
Il 9 aprile, durante un’intervista, le è stato chiesto cosa ne pensasse del raduno e della deportazione di 13,152 ebrei dal Velodromo parigino, che il museo della Shoah Yad Vashem a Gerusalemme definisce sul suo sito come “un simbolo di responsabilità del regime e della nazione francese riguardo all’Olocausto”.
Rispondendo alla domanda fatta della radio RTL network e dal giornale Le Figaro, la Le Pen, che ha il 24% di consenso nazionale secondo un recente sondaggio, ha affermato: «Penso che la Francia non sia stata responsabile del rastrellamento del Velodromo d’Inverno».
La candidata di estrema destra ha poi aggiunto: «In generale la penso così, e a dirla tutta, se qualcuno è stato responsabile, sono stati quelli al potere in quell’epoca, non di certo la Francia. Non è stata la Francia».
Nel 1995 il Presidente Jaques Chirac dichiarò che la Francia ebbe un ruolo di responsabilità per quanto riguarda le deportazione: le operazioni di rastrellamento infatti furono affidate alla polizia francese durante l’occupazione della Germania nazista.
Francis Kalifat, il Presidente del gruppo ombrello CRIF delle comunità ebraiche francesi, il 9 aprile ha condannato l’esternazione della Le Pen come “revisionista”, che cerca di negare la Shoah. «Questo fatto smaschera il Front National», Kalifat ha scritto su Twitter in riferimento al partito della Le Pen. «Bisogna che sia bloccato durante le prossime elezioni», egli ha aggiunto.
A partire dai suoi fondatori, come Jean-Marie Le Pen, padre di Marine Le Pen, in passato il Front National si è fatto portatore di molte convinzioni sul rifiuto della Shoah e sull’incitamento all’odio contro gli ebrei. Il Fronte Nazionale è stato accusato di fomentare l’antisemitismo, l’odio contro i musulmani e le altre forme di xenofobia.
Sotto la guida di Marine Le Pen, il partito ha edulcorato e ripulito la propria immagine espellendo i membri antisemiti come Jean-Marie Le Pen, che è stato cacciato dal partito nel 2015. Marine Le Pen ha inoltre corteggiato gli elettori ebrei, promettendo di essere uno “scudo” contro il radicalismo islamico. In questo contesto, lei ha detto che bisognerebbe vietare agli ebrei francesi di indossare la kippah nei luoghi pubblici per preservare l’uguaglianza e facilitare futuri divieti sugli abiti della tradizione religiosa musulmana. Ha chiesto agli ebrei francesi di fare un “sacrificio” per il bene di tutti.