di Luciano Assin
La visita di Obama in Israele e’ prevista per il 20 marzo ma i preparativi sono gia’ cominciati e proseguono febbrilmente. Oltre al cerimoniale ed al protocollo da seguire durante gli incontri ufficiali e i temi da affrontare, e’ tradizione visitare durante il soggiorno siti di valore simbolico quali la tomba di Herzl ed il Memoriale della Shoah, Yad Vashem. In aggiunta a queste tappe tradizionali e consolidate il Ministero degli Esteri propone agli americani una lista di siti piu’ o meno famosi dalla quale scegliere una o due localita’ da visitare per conoscere altre sfaccettature del caledoscopio israeliano. Nella lista pubblicata dal quotidiano Yedioth haAhronot, a fianco di localita’ conosciute quali il Muro del Pianto, il museo di Gerusalemme, la fortezza di Mezada spiccano dei veri e propri outsider come la cittadina di Sderot, una batteria antimissile Iron Dome ed il Kibbuz Sasa, situato ad un paio di chilometri dalla frontiera libanese. Sasa e’ proprietario della fabbrica Plasan, specializzata nella produzione di sistemi di sopravvivenza per autocarri e mezzi logistici. La tecnologia di Plasan e’ stata impiantata su migliaia di mezzi sia dell’esercito israeliano che di quello americano ed ha contributo ha salvare le vite di centinaia di soldati statunitensi di servizio sia in Iraq che in Afganistan. I haverim di Sasa, dopo una prima reazione di sorpresa mista a orgoglio, ritengono poco probabile che Obama si scomodi cosi tanto. Chi invece ha cominciato a farci piu’ di un pensierino e’ Cesare, il mitico chef italiano del Kibbuz, che ha gia’ abbozzato un probabile menu’. Un altro haver ha commentato cosi la notizia: “Obama vieni a prendere un caffe’ da noi, avrai cosi l’occasione di toccare con mano cosa e’ capace di produrre il socialismo se bene organizzato”.