Miracolo a Parigi

Mondo

 

Nuove prospettive per il Mediterraneo.

Nicolas Sarkozy inaugura la presidenza francese dell’Unione europea con la proposta di creare un’Unione per il Mediterraneo, alla quale dovrebbero aderire tutti i Paesi che si affacciano su questo mare. Compreso Israele. E la proposta si concretizza con l’invito a una riunione a Parigi il 13 luglio, che si prolunga anche il 14 luglio, festa nazionale francese con la tradizionale sfilata militare sugli Champs Elysées.
All’invito aderiscono 43 stati: i 27 dell’Ue, Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Marocco, Mauritania, Sira, Tunisia, Turchia, Albania, Croazia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Monaco più l’Autorità palestinese.
Non aderisce all’invito il leader libico Muammar Gheddafi, ostile per principio all’iniziativa. Assente il re del Marocco Mohammed VI, rappresentato però dal fratello. Non arriva all’ultimo momento il primo ministro belga, Yves Leterne, trattenuto in patria da problemi interni. Ma gli altri ci sono tutti, tutti pronti a farsi fotografare con calorose strette di mano e abbracci. Come quelli tra il leader israeliano Ehud Olmert, il presidente dell’Autorità palestinese Abu Mazen e Nicolas Sarkozy. Gli occhi sono anche puntati sul presidente siriano Assad, pronto a riprendere le relazioni diplomatiche con il Libano (e quindi indirettamente a riconoscerne la sovranità) e, forse, anche a negoziare direttamente con Israele. La contropartita è la cancellazione dall’elenco dei “paesi canaglia”.

La prudenza vuole che è meglio aspettare e attendere gli effettivi e concreti sviluppi prima di esprimere qualsiasi giudizio: troppe volte il Medio oriente è stato a un passo dalla pacificazione per ripiombare poi nel caos. Tra l’altro il pericolo iraniano è sempre reale. Ma non potrebbe l’atmosfera sempre coinvolgente della “ville lumière” a praticare il miracolo?