L'ex rabbino capo di Mosca Pinchas Goldschimdt

Mosca mette al bando l’ex rabbino capo Pinchas Goldschmidt

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di Redazione
L’ex rabbino capo di Mosca Rav Pinchas Goldschmidt è stato etichettato come “agente straniero” dalle forze di sicurezza del paese, in quanto – secondo l’agenzia Interfax, citata dai media israeliani – avrebbe disseminato “informazioni false sulle decisioni prese dalle autorità russe e le loro politiche”. L’annuncio è arrivato sabato 1 luglio, come riporta fra gli latri il Jewish Chronicle.

Reagendo al suo nuovo status, il rabbino Goldschmidt (che dal 2011 è capo della Conferenza dei rabbini europei) ha detto: “La Russia è peggiorata. È la prima volta dall’inizio della guerra che un leader religioso viene dichiarato agente straniero e definito dal governo russo una minaccia ostile”. “È molto probabile che questo significhi l’inizio di una nuova campagna antisemita contro la comunità ebraica in Russia – ha poi commentato -. In precedenza ho invitato la comunità ebraica locale a lasciare il Paese prima che sia troppo tardi”.

Come avevamo raccontato anche su queste pagine, Pinchas Goldschmidt, cresciuto in Svizzera e rabbino capo di Mosca dal 1993, aveva lasciato la Russia nel marzo 2022 per andare in Spagna, dopo essersi rifiutato di sostenere l’invasione dell’Ucraina.  Già nel dicembre dello stesso anno in una intervista al Guardian nel dicembre del 2022 aveva motivato il suo rifiuto di appoggiare la guerra, cosa che lo spinse a lasciare l’incarico pochi mesi dopo. “È stata fatta pressione sui leader della comunità – spiegò allora – per sostenere il conflitto. Mi sono dimesso perché continuare ad essere rabbino capo di Mosca avrebbe costituito un problema per la comunità stessa a causa delle misure repressive imposte ai dissidenti”. E a distanza di un anno, aveva ripercorso l’intera vicenda arricchendola di dettagli sul sito di Foreign Policy, autorevole rivista statunitense specializzata in relazioni internazionali.