di Ilaria Ester Ramazzotti
In attesa dell’apertura del quinto Forum mondiale sull’Olocausto in agenda il 23 gennaio a Gerusalemme, che si svolgerà con la partecipazione di 49 capi di Stato, pubblichiamo il commento pubblicato sul Jerusalem Post il 21 gennaio da Moshe Kantor, presidente di World Holocaust Forum Foundation, che promuove l’evento. Il forum, intitolato “Ricordare l’Olocausto, combattere l’antisemitismo“, è organizzato in collaborazione con lo Yad Vashem e sotto gli auspici del presidente dello Stato di Israele Reuven Rivlin.
“L’antisemitismo è spesso definito come ‘l’odio più antico’. È sicuramente il più duraturo – esordisce Moshe Kantor -. Tuttavia, come tutte le malattie, la malattia dell’odio antiebraico a un certo punto deve essere contenuta. Semplicemente non le deve essere permesso di persistere. Non solo per il bene degli ebrei in tutto il mondo, ma per l’umanità stessa. Per tutti, l’antisemitismo rappresenta una minaccia reale e attuale.
Nel garantire uguali diritti agli ebrei di Francia, Napoleone Bonaparte affermò che ‘l’atteggiamento nazionale nei confronti degli ebrei è il barometro della civiltà della società’. Questo è vero tanto oggi quanto lo era due secoli fa.
Nel corso del tempo, gli ebrei sono stati tra i cittadini più fedeli, ovunque abbiano vissuto. Hanno difeso le istituzioni e le leggi di questi Paesi. Hanno fatto del loro meglio per integrarsi nelle società in cui vivevano, per ottenere fiducia e accettazione. Di conseguenza, gli ebrei hanno in genere raggiunto, al di là del loro numero, posizioni di spicco nella scienza, nella politica, nella cultura, nella finanza, nelle comunicazioni e altri ambiti.
Purtroppo, questo ha invariabilmente reso gli ebrei il bersaglio naturale per coloro che desiderano smantellare il tessuto della società. Come potente simbolo delle fondamenta della società – sottolinea – gli ebrei sono diventati una calamita per la diffamazione degli estremisti sia di destra che di sinistra.
Il rifiuto degli ebrei divenne un rifiuto dell’ordine mondiale. Erano sempre il primo obiettivo, ma non l’ultimo. I nazisti annientarono un terzo del popolo ebraico, sei milioni di ebrei, ma in totale oltre 60 milioni di persone furono uccise durante la seconda guerra mondiale. Ciò che è iniziato come persecuzione degli ebrei ha portato il mondo alle porte della distruzione. Se gli estremisti non si asterranno dal loro antisemitismo, finiranno per prendere di mira la società più ampia, assumendo il potere esecutivo nei loro Stati.
Pertanto, proprio mentre i leader mondiali si riuniscono ogni anno a Davos per discutere dello stato dell’economia globale, e a Monaco per discutere della sicurezza globale, dovrebbero anche riunirsi per discutere della moralità globale e in particolare dell’antisemitismo come punto di riferimento. Cosa preoccupante, scopriamo che il mondo sta attualmente fallendo questo cruciale test al tornasole.
Come presidente del Congresso Ebraico Europeo [oltre che del World Holocaust Forum Foundation n.d.r.], posso solo offrire un’immagine buia delle comunità ebraiche, che si nascondono dietro alte recinzioni e spesse porte di sicurezza. La realtà quasi incredibile è che a soli 75 anni dall’Olocausto, l’ora più buia dell’umanità, gli ebrei hanno di nuovo paura di camminare per le strade dell’Europa indossando simboli ebraici, mentre sinagoghe e cimiteri vengono regolarmente attaccati e profanati.
Le statistiche sono forse ancora più allarmanti. Oggi oltre l’80% degli ebrei non è sicuro in Europa, mentre il 40% sta pensando di lasciare l’Europa e, negli ultimi anni, fino al 3% ogni anno lo ha fatto davvero. Al ritmo attuale, dopo 3 mila anni di vita ebraica europea, tra poche generazioni, ci saranno poche comunità ebraiche in Europa.
Ci troviamo all’undicesima ora degli ebrei europei. Dobbiamo cambiare rotta e c’è molto da fare. Innanzi tutto, dobbiamo insegnare l’Olocausto e i pericoli dell’antisemitismo, del razzismo e della xenofobia. Questo dovrebbe far parte di ogni curriculum di studio fin dalla tenera età.
In secondo luogo, dobbiamo introdurre una legislazione significativa e, in terzo luogo, applicarla integralmente. A questo proposito, c’è da dove imparare le buone pratiche. La Germania ha adottato una legislazione rigorosa due anni fa per combattere i discorsi d’odio online. Un recente ordine esecutivo negli Stati Uniti limiterà i fondi federali agli istituti di istruzione superiore che tollerano l’antisemitismo.
Nel Regno Unito, una task force combinata di forze dell’ordine, istituzioni legali e società civile si coordina efficacemente per agire contro l’antisemitismo. Alcune settimane fa, l’Assemblea nazionale francese ha approvato una risoluzione che riconosce che l’antisionismo è antisemitismo.
E in Russia – dove i tassi di antisemitismo sono tra i più bassi – le forze dell’ordine e le autorità giudiziarie e politiche trattano i fatti antisemiti con la massima serietà.
Il Quinto Forum mondiale sull’Olocausto, che si tiene oggi a Gerusalemme, offre a oltre 45 leader mondiali l’opportunità di imparare gli uni dagli altri, di discutere, pianificare e lavorare per un futuro migliore. È un’opportunità per spostare l’ago sull’antisemitismo, per iniziare a porvi fine una volta per tutte e per riportare la moralità globale sulla rotta – conclude -. Per il bene di tutta l’umanità”.