I telespettatori di Al Jazira, la stazione televisiva più seguita nel mondo arabo, hanno ormai imparato a conoscere, di fianco ai portavoce del governo libanese e di Hasan Nasrallah, anche i portavoce dell’esercito israeliano e del governo dello Stato ebraico, che quotidianamente cercano di spiegare l’altra faccia della medaglia.
I portavoce del ministero degli esteri israeliano cercano, in un perfetto arabo, anche se con lieve accento israeliano, di spiegare, davanti alle telecamere della televisione del Qatar, quali siano le ragioni di Israele in questa Guerra.
C’è pero solo un portavoce che parla l’arabo meglio dell’ebraico e che conosce la mentalità araba meglio di quella israeliana. Si chiama Nali Shila, nata e cresciuta in Siria 31 anni fa, precisamente nella città di Haleb.
Suo padre e suo zio sono stati nelle prigioni siriane a lungo, per aver fatto propaganda sionista. Nel 1984, quando Nali aveva 9 anni, hanno deciso di trasferirsi in Israele.
Non è stato facile per la famiglia Shila: hanno lasciato tutti i loro possedimenti, hanno attraversato di nascosto il confine turco e da lì sono riusciti ad arrivare in Israele. “Ricordo ancora quella notte”, racconta Nali, “abbiamo camminato ore ed ore in un bosco, le spine continuavno a pungermi, avevo molta paura che ci scoprissero. Siamo arrivati a Gerusalemme, dove ci hanno accolto in un centro per emigrati”.
Nali vive ancora in due mondi, ha studiato all’Universita ebraica, si definisce femminista, ma legge solo in arabo e guarda solo i canali televisivi arabi, in particolare le telenovele egiziane.
“Quando inizia la diretta su Al Jazira mi emoziono sempre”, racconta “ma mi trovo sicuramente più a mio agio quando devo parlare in arabo che quando mi esprimo in ebraico”.
La sua bellezza, i capelli biondi e le sue parole di difesa verso Israele fanno sì che ormai tutti la conoscano nel mondo arabo. Nali lavora per il ministero degli esteri già da 10 anni e ha imparato che non deve mai perdere il controllo, anche quando le domande che le vengono poste sono molto dure.
“Quando le domande sono difficili, prima di tutto sorrido”, racconta, “anche se in questa Guerra è molto difficile sorridere. Il mio scopo è semplicemente quello di far capire, nel migliore dei modi, al mondo arabo il punto di vista israeliano”.
Nali vorrebbe che la intervistassero su Al Manar la televisione di Hezbollah, ma sa che è impossibile. “Se mi intervistassero, direi che Hezbollah ha distorto il pensiero musulmano e porterei come prova molte frasi tratte da Corano. Loro lo sanno, per questo non mi hanno mai chiamata. Ad esempio, una famosa frase detta da Maometto è “Agli ebrei la loro religione, a noi la nostra”.