“Viviamo un tempo di crisi economica e sociale caratterizzata dalla paura, e dalle spinte all’estremismo, all’odio, all’intolleranza: spinte che in Italia stanno crescendo in modo preoccupante” ha detto ha detto il primo ministro Enrico Letta nel discorso tenuto domenica 1 dicembre alla Sinagoga di Roma, in occasione della visita del premier israeliano Benjamin Netanyahu. Letta ha aggiunto che la Comunità ebraica “apporta un inestimabile contenuto in un Paese come il nostro che troppo spesso fa in fretta a perdere la memoria mentre deve ricordare di tenere alta la guardia rispetto a ogni forma di discriminazione razzismo e xenofobia”.
La cerimonia al tempio si è svolta nel primo giorno di visita a Roma di Netanyahu, che, insieme a una delegazione di sei ministri, si fermerà nella capitale per due giorni. In programma oltre all’incontro con esponenti del governo italiano nel vertice di lunedì 2 dicembre a Villa Madama, è prevista anche la visita in Vaticano, a colloquio con papa Francesco. Con quest’ultimo, oltre all’auspicata visita del pontefice in Israele (alcune voci parlano del marzo 2014 ovvero in occasione del 50° anniversario della visita di papa Paolo VI, il primo pontefice a recarsi in Israele dopo la fondazione dello Stato), i temi all’ordine del giorno saranno quelli più scottanti del processo di pace, delle minacce alla sicurezza di Israele, nonchè delle recenti norme in alcuni paesi europei sul divieto di circoncisione e macellazione rituale della carne. Secondo Murray Watson, esperto delle relazioni ebraico-cristiane e cofondatore del Centre for Jewish-Catholic-Muslim Learning al King’s University College della University of Western Ontario, su quest’ultimo tema “il papa avrà modo di dimostrare la sua attiva solidarietà con gli ebrei d’Europa, e usare qualsiasi influenza diplomatica e morale in suo possesso, per bloccare queste tendenze che sono talvolta indicative di una più ampia e preoccupante xenofobia o marginalizzazione di quelli che sono considerati essere ‘l’altro'”.
Per Netanyahu quello con papa Francesco sarà il terzo incontro con un pontefice, dopo quello del 2009 con papa Benedetto XVI e quello del 1997 con Giovanni Paolo II.
Durante il suo discorso al tempio di Roma, illuminato dalle luci di Hannukkà, il premier Netanyahu ha voluto ricordare, fra le altre cose, il profondo legame che unisce Roma e Gerusalemme: “Non ci sono altre due città come Gerusalemme e Roma che hanno questo legame nella nostra cultura”.