Nonostante la guerra, Israele è il quinto paese più felice al mondo

Mondo

di David Fiorentini
Nonostante i cinque mesi di guerra con Hamas, Israele ha raggiunto il quinto posto nel Rapporto Mondiale sulla Felicità del 2024.

La classifica annuale ha valutato la “felicità” di 143 paesi basandosi su vari fattori, come emozioni positive e negative, soddisfazione della vita e altri ancora. Lanciato nel 2012 per sostenere gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, il rapporto si basa su dati dell’autorevole società di ricerca di mercato statunitense Gallup, analizzati da una squadra di ricercatori globale guidata dall’Università di Oxford. I risultati dell’anno corrente costituiscono una media dei risultati ottenuti nell’ultimo triennio 2021-2023.

Di fronte allo stupefacente piazzamento dello Stato ebraico, Anat Panti, ricercatore in politiche sulla felicità presso l’Università Bar-Ilan di Ramat Gan, ha spiegato: “La ragione di ciò risiede nel fatto che la soddisfazione della vita, l’indice con cui viene misurato il livello di felicità, è un indice stabile nel tempo e si riferisce più alle caratteristiche del paese stesso, come la forza dell’economia, il grado di coinvolgimento sociale e i servizi sanitari nel paese, che ai sentimenti più fugaci”.

Le emozioni positive e negative sono misurate ponendo a un campione di individui selezionati domande a cui possono rispondere sì o no su numerosi indicatori: risate, piacere e interesse per le emozioni positive e preoccupazione, tristezza e rabbia per le emozioni negative.

“Nell’indice delle emozioni positive, Israele è sceso dalla 114ª alla 123ª posizione. Effettivamente questo è un calo, ma presumo che a causa dell’incredibile mobilitazione militare della popolazione, il calo dei sentimenti positivi sia stato meno significativo del previsto. D’altra parte, per quanto riguarda i sentimenti negativi, Israele è passato dalla 119ª alla 60ª posizione nel mondo, il che riflette un drammatico aumento del livello di sentimenti negativi.”

“Se i dati del rapporto mostrassero solo i dati di ottobre-novembre 2023” – continua Panti – “il nostro punteggio di sentimento negativo sarebbe stato ancora più alto di quanto ci si aspetterebbe data la vicinanza agli eventi del 7 ottobre”.

Altri piazzamenti di particolare rilievo nella classifica sono l’Italia al 41esimo posto, ma soprattutto è da sottolineare il distacco dai dirimpettai dello Stato ebraico nel Medio Oriente: l’Iran al centesimo posto, lo “Stato di Palestina” al 103º, la Giordania al 125º, l’Egitto al 127º, lo Yemen al 133º, il Libano al 142º e l’Afghanistan all’ultimo posto.