Mercoledì sera il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ringraziato il presidente degli Stati Uniti Barack Obama e il vicepresidente Joe Biden, per le parole di solidarietà espresse nei confronti di Israele. Obama ha sostenuto il diritto di Israele a difendersi, dopo la raffica di razzi lanciati da Gaza contro i civili israeliani”, si legge nel comunicato stampa della Casa Bianca. In una conversazione con il presidente egiziano Morsi, Obama ha ribadito il diritto di Israele all’autodifesa e ha espresso la speranza che l’Egitto abbia un ruolo di stabilizzazione nella regione. Già in precedenza, il Dipartimento di Stato aveva rilasciato una dichiarazione forte con cui condannava gli attacchi di Hamas contro Israele.
Il portavoce Mark Toner ha dichiarato inoltre che gli Stati Uniti sostengono il diritto di Israele a difendersi, e incoraggiano Israele a continuare ad adottare ogni sforzo per evitare vittime fra i civili. “Non vi è alcuna giustificazione per la violenza che Hamas e altre organizzazioni terroristiche stanno impiegando contro il popolo di Israele”, ha detto Toner. “Chiediamo ai responsabili di fermare immediatamente questi atti vili”. “Hamas sostiene di avere a cuore gli interessi del popolo palestinese, eppure continua sulla strada della violenza che è controproducente per la causa palestinese. Attaccare Israele tutti i giorni non aiuta i palestinesi di Gaza nè li avvicina al raggiungimento dell’autodeterminazione” ha aggiunto Toner.
Israele ha lanciato il piano “Pillar Defence” dopo che Hamas e altri gruppi terroristici hanno sparato circa 150 razzi in cinque giorni.
L’Autorità palestinese e l’Egitto per parte loro, hanno immediatamente condannato le azioni di Israele a Gaza e hanno fatto appello al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
Israele per parte sua ha lanciato una vasta campagna diplomatica per spiegare alla comunità internazionale che il milione di persone che vivono nel sud del paese non può sopportare i continui lanci di razzi provenienti da Gaza. Ma allo stesso tempo da Gerusalemme si fa notare che Israele evita il più possibile di danneggiare i civili – “e questa è una differenza fondamentale tra noi e i palestinesi”.
“Vogliono cancellarci dalla faccia della terra e non si fanno scrupolo di ferire civili e innocenti”, ha detto Netanyahu.
La timeline dell’escalation di violenza tra Gaza e Israele
23 ottobre
Un ufficiale israeliano rimane gravemente ferito da un ordigno esplosivo mentre è di pattuglia nei pressi della linea di difesa al confine con Gaza. Il Fronte Popolare di Liberazione Palestinese rivendica l’attacco.
6 novembre
Un’esplosione lungo la linea di difesa al confine con Gaza ferisce tre soldati israeliani. Da Gaza viene lanciato un razzo Qassam nel sud di Israele. Lo stesso giorno, terroristi palestinesi fanno esplodere un tunnel lungo il confine, senza provocare danni.
8 novembre
In uno scontro a fuoco con i palestinesi, IDF colpisce un ragazzo di circa 13 anni. Nel corso della giornata colpi di mortaio palestinesi feriscono un soldato israeliano lungo il confine.
9 novembre
Palestinesi sparano un missile anti-carro contro una jeep dell’IDF di pattuglia lungo il confine di Gaza, ferendo quattro soldati. Subito dopo, carri armati dell’esercito israeliano fanno fuoco su Gaza, uccidendo cinque palestinesi e ferendone almeno 25. I palestinesi sparano una serie di razzi Qassam nel sud di Israele.
10-12 novembre
Gruppi terroristi palestinesi sparano un centinaio di razzi e colpi di mortaio verso il sud di Israele. Il Jihad Islamico e un gruppo salafita jihadista rivendicano la responsabilità della maggior parte dei razzi. Almeno otto persone rimangono ferite e oltre quaranta vengono ricoverate sotto shock.
13 novembre
Apparente cessate il fuoco tra Israele e Hamas. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu mette in guardia da possibili nuovi futuri attacchi.
14 novembre
In mattinata quattro razzi colpiscono il sud di Israele; l’esercito israeliano cerca di capire se i razzi siano stati sparati dal Sinai. Nel pomeriggio l’aviazione israeliana colpisce Ahmed Jabari, capo del braccio armato di Hamas. L’IAF colpisce altri 20 bersagli in tutta Gaza, per lo più siti di stoccaggio di razzi.
(Fonte, Jerusalem Post)