di Ilaria Ester Ramazzotti
Unità e solidarietà nei difficili tempi della pandemia. È quanto hanno scelto oltre duecento leader studenteschi di diverse nazioni a conclusione del congresso dell’Unione mondiale degli studenti ebrei che si è svolto online la scorsa settimana.
Il Jerusalem Post ha riportato le parole presidente dell’organizzazione studentesca internazionale Jonathan Braun ha detto che: “Il tema comune di tutte le sessioni [del congresso] è stato relativo al ruolo cruciale delle nostre organizzazioni nella grande perturbazione che questa crisi ha prodotto”.
Braun ha sottolineato che la più grande sfida è quella del finanziamento: “Il mondo organizzativo ebraico è in uno stato di crisi monetaria che impatta su tutti i suoi collegamenti e non c’è dubbio che la comunità studentesca sia uno degli anelli più deboli, perché senza eventi e progetti svolti dal vivo durante la pandemia, i nostri sindacati hanno poche entrate finanziarie”, ha spiegato. Per questo il congresso degli studenti ha decretato la volontà di creare una “squadra di supporto umanitario” a sostegno di nuove iniziative per gli studenti ebrei.
Se la pandemia è stata tra gli argomenti più discussi, nel corso dei lavori sono stati affrontati anche altri temi urgenti come l’odio e l’antisemitismo online, le questioni di genere, Israele e la memoria della Shoah.
“L’Unione degli studenti ebrei ha combattuto e continuerà a lottare senza sosta per la sicurezza e per i diritti degli studenti ebrei nei campus e nelle città”, ha dichiarato Braun, poi rieletto presidente.
Naomi Mittelmann Cohen, direttore esecutivo dell’organizzazione, ha evidenziato: “Se c’è un aspetto che spero i nostri leader studenteschi apprezzino è che devono essere sicuri delle loro convinzioni e credenze, senza mai temere la diversità di opinione. Solo così possono essere veramente dei leader ebrei, costruire ponti e creare uno spazio sicuro e inclusivo per tutti gli studenti”.