di Roberto Zadik
Le autorità polacche rinnovano il divieto di macellazione rituale con un nuovo provvedimento. Come riporta il Jewish Telegraphic Agency, nei giorni scorsi il Ministro dell’Agricoltura Grzegorz Puda ha annunciato che il provvedimento da lui emesso, sebbene già approvato dal Parlamento, verrà soppiantato da una nuova disposizione successivamente sottoposta al potere legislativo. Il sito ha però sottolineato la difficoltà dell’attuale Governo nella regolamentazione in questo campo e il possibile danno economico che verrà arrecato a chi lavora nel settore.
Senza dare alcuna spiegazione di questa sua decisione, Puda sembra indicare la sua insoddisfazione riguardo alle leggi anti kasherut perché probabilmente, secondo l’articolo di JTA non abbastanza restrittive. La proibizione riguarderebbe il mondo animale in ogni suo aspetto, dall’allevamento, alle pellicce, alla macellazione, opponendosi al business di contadini e imprenditori, visti i profitti dall’esportazione dei prodotti, un’industria da quasi 2 milioni di dollari. Riassumendo la genesi di questa incredibile decisione, secondo la spiegazione di Puda, un comitato parlamentare inizialmente rifiutava l’inclusione della macellazione ebraica nella legge proibitiva ma è stata reintrodotta prima che passasse.
A questo proposito egli ha reso noto che il Senato polacco aveva deciso un rinvio dell’applicazione legislativa al 2025 e Puda ha specificato che il provvedimento verrà adattato alle leggi europee. Ma contrariamente a quanto afferma, le leggi Europee attualmente in vigore permettono la macellazione rituale senza far soffrire l’animale, come previsto dall’ebraismo e dall’Islam. Oltre a questo verranno imposte misure restrittive anche contro l’esportazione della carne kasher per ebrei e islamici.