Polonia: trovate le ceneri di 8.000 vittime del campo di concentramento di Soldau

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di Nathan Greppi
17,5 tonnellate di ceneri umane: questo è ciò che è stato recentemente dissotterrato da una fossa comune vicino al campo di concentramento di Soldau, nella Polonia settentrionale. Secondo la BBC è stato stimato, sulla base del peso medio di circa 2 chili di un corpo incenerito, che le ceneri ritrovate appartenessero a oltre 8.000 vittime del campo, i cui corpi sono stati bruciati dai nazisti per insabbiare le prove dei loro massacri, che comprendevano ebrei e oppositori politici polacchi.

Il campo di concentramento era stato costruito nel 1939, e prendeva nome da quello con cui i tedeschi chiamavano la città polacca di Działdowo. È stato utilizzato per internare e sterminare le categorie di cui sopra durante tutta la durata dell’occupazione nazista in Polonia.

Si stima che siano state all’incirca 30.000 le vittime del campo, e i ricercatori sperano che tra le ceneri ritrovate siano rimaste tracce di DNA, per ricostruirne le identità. Gli archeologi hanno ritrovato anche numerosi resti di vestiti, bottoni e altri oggetti, ma nessuno di valore; segno che, prima di essere cremati, i corpi erano già stati derubati dei loro averi più preziosi.

Mercoledì 13 luglio, il Primo Ministro polacco Mateusz Morawiecki ha annunciato che era stata preparata una relazione scritta per calcolare in termini economici quanto sono costati alla Polonia i torti subiti da parte dei tedeschi durante l’occupazione, al fine di chiedere alla Germania dei risarcimenti.

Furono circa 3 milioni gli ebrei polacchi che morirono durante la Shoah. Stando all’ultimo censimento riportato dal World Jewish Congress, oggi in Polonia restano poco meno di 10.000 ebrei.