Polonia: un database permette agli ebrei di recuperare le proprietà sottratte dai nazisti

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di Davide Foa

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Una città polacca durante la seconda guerra mondiale

Con una legge emanata a settembre, il governo polacco ha finalmente deciso di concedere il diritto di poter reclamare la legittima proprietà su immobili sequestrati al tempo del nazismo. I sopravvissuti alla Shoah, e le rispettive famiglie, potranno così finalmente inviare una richiesta ufficiale per riottenere ciò che gli è stato sottratto più di settant’anni fa. Come riconosciuto dalla stessa municipalità di Varsavia, si calcola che 2.613 proprietà siano oggi in mano a illegittimi proprietari.

Attenzione però, ora o mai più. Chi vorrà fare richiesta non avrà molto tempo. Dal momento in cui verrà pubblicata, su un quotidiano polacco, una lista elencante tutte le dubbie proprietà, chi vorrà fare un reclamo avrà sei mesi di tempo. Dopodiché, saranno concessi altri tre mesi per provare effettivamente, con documenti e quant’altro, quanto dichiarato nel reclamo. Passato questo periodo, i beni non assegnati passeranno ufficialmente nelle mani del governo, senza possibilità di ulteriori ricorsi.

Fortunatamente però, la “World Jewish Resitution Organization“(WJRO) ha deciso di aiutare chiunque volesse fare richiesta, creando un database grazie al quale è possibile scoprire i nomi delle famiglie che possedevano le 2.613 proprietà in questione, prima dell’occupazione nazista. Utilizzando documenti d’archivio risalenti agli anni ’30 e ’40, l’organizzazione è riuscita dunque a dare un nome a quei proprietari che il governo polacco ha invece lasciato anonimi. “Dobbiamo fare in modo che i sopravvissuti e i loro eredi ricevano giustizia e ottengano la restituzione o un risarcimento per le case o negozi che possedevano e che gli sono stati ingiustamente sottratti”, questo quanto dichiarato da Gideon Taylor, responsabile del progetto sviluppato da WJRO.

Prima della guerra, la Polonia ospitava la più grande comunità ebraica europea nonché la seconda più grande del mondo – dopo gli USA –  con 3.3 milioni di ebrei. Gran parte di questi non fecero ritorno una volta terminato il conflitto. Allo stesso tempo, quei pochi che provarono a riottenere ciò che gli era stato sottratto, trovarono prima l’opposizione del regime comunista, che nazionalizzò tutte le proprietà di Varsavia, poi dovettero fare i conti con governi indisposti ad adottare un riconoscimento che si andava invece affermando in gran parte degli altri paesi europei.

Oggi, con la nuova legge ma soprattutto grazie al lavoro della WJRO, le cose potrebbero finalmente cambiare.