“Quanto vale uno Stato palestinese?”

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“What is a Palestinian State Worth? (Quanto vale uno stato palestinese) è il titolo dell’ultimo libro di Sari Nusseibeh, ex consulente di Arafat, professore e presidente dell’Università Al Quds di Gerusalemme, considerato il più moderato fra i moderati palestinesi.
Sabato 7 ottobre il libro è stato presentato a Milano, all’Università Cattolica nell’ambito delle iniziative organizzate dalla Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali insieme a “The University of Chicago Alumni Club of Italy”.

Nusseibeh nel suo libro propone una tesi tanto provocatoria per il momento attuale, quanto lontana dalla direzione presa dall’attuale capo dell’ANP, Abu Mazen.

Nusseibeh infatti sostiene che oggi come oggi uno stato palestinese sia pressocchè inutile. “Non serve avere una bandiera e una moneta se poi non si migliora la vita dei cittadini” dice. Meglio pensare invece ad una “federazione Israele-Palestina” in cui “non si chiede ai coloni di andarsene e d’altra parte ai palestinesi sono garantiti i diritti civili, a cominciare da quello di potersi muovere e spostare liberamente.

Uno stato palestinese come quello che propone l’ANP sarebbe uno “stato decapitato”, sostiene ancora Nusseibeh,  “inutile in quanto incapace di garantire ai suoi cittadini sicurezza, lavoro, condizioni di vita dignitose”.

Secondo Nusseibeh la situazione anzichè progredire, va indietro e la soluzione dei due stati che con tanta forza persegue Abu Mazen, probabilmente fallirà. “Dovremmo lottare per l’accesso, se non ai diritti politici, che gli israeliani vedrebbero come una minaccia, almeno ai diritti civili di base come spostarsi liberamente o accedere ai servizi sanitari senza ostacoli”.

Nusseibeih non è nuovo alle provocazioni. Già negli anni scorsi aveva affermato che i palestinesi avrebbero dovuto riconoscere Israele; questo per parte sua avrebbe dovuto annettere i territori occupati, garantendo la piena cittadinanza ai palestinesi, creando così un’unico stato binazionale.
Secondo alcuni analisti, la proposta di una federazione Israele-Palestina potrebbe risultare non del tutto sgradita all’ala più conservatrice della politica israeliana.