di Roberto Zadik
È noto che la capitale di Israele è Gerusalemme, un luogo speciale e carico di significato ancor prima della nascita dello Stato ebraico, con i suoi profondi messaggi religiosi, culturali e nazionali e i luoghi sacri comuni ai tre grandi monoteismi, oggetto di canzoni e grandi componimenti dalla Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso, fino al poema “Jerusalem” di William Blake. Ma questa città così importante è anche un luogo contestato e politicamente difficile, spesso e volentieri, oggetto di polemiche soprattutto da parte di diversi ambienti palestinesi che vorrebbero che Al Quds – questo il nome con cui viene chiamata Gerusalemme nell’Islam – finisse sotto la loro autorità.
A questo proposito, il sito Times of Israel ha recentemente pubblicato la notizia che a Praga l’ambasciatore palestinese, Khaled Atlattrash ha proposto di togliere dai libri di testo, la definizione di Gerusalemme come capitale dello stato ebraico. La richiesta, avanzata da Atlattrash al Ministero degli Affari Esteri e dell’Educazione del paese, è stata prontamente accolta dalle autorità locali. Una notizia sconcertante che rappresenta l’ennesima prova di quanto questo sia un periodo complesso per il mondo ebraico europeo e per Israele a livello internazionale. La portavoce del Ministero, Klara Bila, citata dal quotidiano Prague Daily Monitor, ha subito fatto sapere che “con l’arrivo del nuovo anno, i dati sull’atlante geografico verranno subito modificati”.
A confermare questa sconcertante presa di posizione anche Irena Valentova, portavoce del Ministero degli Affari esteri aggiungendo che l’atlante, pubblicato da Shocart, non ha espresso la posizione ufficiale nemmeno della capitale Praga.” Rincarando la dose la Valentova ha aggiunto “I membri dei Paesi dell’Unione Europea, compresa la Repubblica Ceca, vedono Gerusalemme come futura capitale di entrambi gli Stati e del prossimo Stato Palestinese”.