Rilascio di ostaggi israeliani: si riaccende la speranza con una proposta mediata dall’Egitto

Mondo

di Redazione
Da pochi giorni sono ripartiti i colloqui a Doha, che come obiettivo avrebbero quello di porre fine alla guerra e di liberare gli ostaggi, ancora prigionieri del gruppo terroristico di Hamas. Tra i presenti, il capo del Mossad David Barnea e il direttore della Cia William Burns, assieme al primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdulrahman Al Thani.

Successivamente, dopo le trattative è arrivata una proposta dall’Egitto, per mano del presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, che prevede un cessate il fuoco a Gaza, limitato, di due giorni, per lo scambio di quattro ostaggi con dei prigionieri palestinesi, che sarà poi seguita da ulteriori negoziati di dieci giorni.

Come riportato sull’edizione francese di i24news, secondo il canale saudita Al Arabiya, Hamas sarebbe disposto ad accettare la proposta dall’Egitto a patto che venga integrata nelle richieste del 2 luglio per un accordo sugli ostaggi.

«Le nostre richieste sono chiare e note, si può arrivare ad un accordo, a patto che Netanyahu rimanga fedele a quanto è già stato concordato». A dirlo, tramite l’agenzia stampa pro-Hamas Shehab, è stato Husam Badran, uno dei membri di punta dell’ufficio politico di Hamas con sede in Qatar.

Quindi, un accordo sarebbe possibile, ma solo sotto determinate condizioni. Infatti, il media saudita Asharq News ha riferito che, secondo quanto riportato dal gruppo stesso, Hamas preferisce fare della proposta egiziana un accordo completo, invece di una soluzione frammentata.

Questo potrebbe essere un possibile cambiamento della posizione di Hamas. Resta il fatto che è da chiarire la portata dell’affermazione di Badran, anche in collegamento alla recente proposta egiziana.