Ritornano le blacklists.

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A due giorni dalla strage di Tolosa e mentre si celebra la Giornata internazionale contro la discriminazione razziale,  il sito neonazista Holywar manda in rete l’ennesima lista: 163 docenti universitari titolari di cattedre nelle università italiane – Roma, Trieste, Torino, Udine, Venezia, Milano, Pavia, Bologna, Ferrara, Modena, Reggio Emilia, Genova, Pisa, Perugia, Urbino, Macerata, Napoli, Chieti, Cassino, Lecce, Bari, in Calabria e a Palermo. Oltre a questi, i nomi di altre personalità accusate di essere “complici” di Israele: direttori di giornali, editorialisti, cronisti, scrittori, deputati, parlamentari europei, esponenti della comunità ebraica.
Niente di nuovo a dir la verità, l’elenco è ancora quello pubblicato nel 2008 di cui la polizia postale individuò subito l’autore facendo oscurare il sito.
Ma ciò che spaventa e che ha messo in allarme anche il capo della polizia, Antonio Manganelli, è la “tempestività” della ripubblicazione, all’indomani cioè delle uccisioni di Tolosa. Holywar infatti, da vera potenza mediatica, sembra “sfruttare” la strage di Tolosa e l’attenzione di giornali e Tv di tutto il mondo, per far parlare di sè e raccogliere nuovi adepti. Senza nemmeno il bisogno di “proporre” nuovi slogan, nuove liste. Un sito aberrante come Holywar sembra aver dietro di sè qualcuno che di “comunicazione”, di meccanismi di comunicazione qualcosa capisce e che sa quali reazioni è in grado di provocare, anche a livello istituzionale. Infatti già da ieri sera (20 marzo)
il capo della Polizia Manganelli ha inviato una circolare urgente a prefetti e questori con istruzioni precise, innanzitutto per l’aumento della vigilanza e protezione degli obiettivi sensibili – scuole, monumenti, luoghi di culto, istituti di cultura e religione ebraica. E poi per l’intensificazione del monitoraggio della Rete, e il potenziamento della caccia ai siti di matrice neonazista e antisemita. L’obiettivo, ha detto, è quello di risalire al più presto agli autori della lista e alla loro condanna.
I 163 nomi di docenti ebrei italiani elencati dal sito Holywar sono tutti definiti “devoti sayanim” ovvero “persone liete di servire Israele, pur vivendo in uno Stato diverso da quello ebraico”. “Questi sayanim”, si legge su Holywar,  “nelle nostre università collaborano con l’intelligence israeliana, che ha, proprio nella più grande università dello Stato ebraico, il centro nevralgico della raccolta dati”. Oltre a questi vengono elencati direttori di giornali, editorialisti, filosofi, scrittori, deputati, parlamentari europei, tutti “citati” in quanto “vogliono mettere il bavaglio ad Internet”. La parte finale della blacklist è riservata a 25 “attivisti dell’Unione delle comunità ebraiche italiane”, definita «una delle organizzazioni sioniste più estremiste”.

Ma non c’è solo Holywar. Un altro sito neonazista, StormFront, nel suo forum ospita commenti che inneggiano alla strage di Tolosa. “Ci hanno tolto un po’ di spazzatura ditorno” scrive uno degli iscritti non meglio definito che “Armed Revolution”; un altro si dice “lieto che il killer abbia centrato l’obiettivo”.

Il presidente della comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici, è intervenuto con parole durissime di condanna e richiesta di provvedimenti immediati da parte del governo: “C’è ormai bisogno di una legge, a livello internazionale, che blocchi sul web i fenomeni di incitamento al razzismo e quindi all’antisemitismo, così come avviene per la pedopornografia”. E l’Italia, ha aggiunto ancora, potrebbe farsi promotrice europea di questa legge da portare all’Onu. Secondo Pacifici è necessario velocizzare i processi che già sono in corso contro i criminali della Rete perchè, dice, “anche quelli che vengono condannati, poi difficilmente scontano la pena”.

Nel mondo politico la condanna è unanime. Per Anna Finocchiaro presidente del gruppo Pd, “è necessaria una ferma e decisa azione contro i rigurgiti neonazisti che cercano di trovare spazio tra le pieghe della Rete”; mentre Andrea Riccardi, ministro per la Cooperazione internazionale si tratta di una “squallida provocazione che gli italiani respingono con forza e determinazione”.

Il sito Holywar è stato fondato nel 1998 dal norvegese Alfred Olsen ed oggi è tradotto in 13 lingue, italiano compreso.