di Redazione
Esistono prove che i bambini che frequentano le scuole dell’UNRWA finiscano per diventare più radicalizzati e più vulnerabili alla narrativa di Hamas? Qual è la natura del rapporto tra UNRWA e l’organizzazione palestinese islamista?
Non è la prima volta che circolano queste domande. La stessa Unione Europea, non molto tempo fa, ha effettuato una verifica di quanto i libri scolastici dell’UNRWA abbiano incoraggiato i palestinesi ad unirsi ad Hamas.
Un recente rapporto dettagliato di (IMPACT-se) – Istituto per il Monitoraggio della Pace e della Tolleranza Culturale nell’Istruzione Scolastica con sede nel Regno Unito e in Israele – scioglie ogni dubbio presentando vari esempi tratti dai libri di testo utilizzati nelle scuole di Gaza gestite dall’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi. Eccone alcuni: una mappa del Medio Oriente in un libro di geografia che non fa menzione dello Stato di Israele, mostrando al suo posto la «Palestina»; un libro di storia racconta una battaglia del 1968 tra l’esercito israeliano, i giordani e i fedayn palestinesi, esaltando il coraggio di questi ultimi nell’indossare cinture esplosive, ed elogiando «l’immagine di un soldato sionista bruciato»; un libro di chimica chiede agli studenti di analizzare il tipo di sostanze contenute nelle bombe al fosforo presumibilmente sganciate da Israele; un libro di studi islamici descrive gli obiettivi del jihad come «terrorizzare il nemico» e «raggiungere il martirio».
L’Istituto IMPACT-se monitora i programmi scolastici di tutto il mondo dalla fine degli anni ’90, con particolare attenzione al Medio Oriente. Ha più volte lanciato l’allarme pubblicando rapporti minuziosi nel tentativo di attirare l’attenzione sull’incitamento anti-israeliano contenuto nei libri di testo palestinesi, inclusa la cancellazione sistematica dell’esistenza di Israele e la glorificazione della jihad violenta e del martirio. In generale, IMPACT-se esegue delle ricerche non solo sui libri di testo scolastici, bensì anche sulle guide per gli insegnanti e programmi di studio per valutare se i giovani vengono educati ad accettare gli altri, siano essi i loro vicini, le minoranze e persino i loro nemici, e a risolvere i conflitti attraverso la negoziazione e il compromesso rifiutando l’odio e la violenza.
Un lungo articolo pubblicato da Times of Israel ha raccolto in questi giorni le riflessioni degli esperti sul tema: «La cooperazione tra UNRWA e Hamas è assolutamente innegabile – ha affermato Marcus Sheff, CEO di IMPACT-se – sia nell’educare i terroristi che hanno perpetrato le atrocità del 7 ottobre, sia nell’essere parte, come abbiamo scoperto in seguito, dell’infrastruttura terroristica in nelle sue scuole e nei suoi ospedali».
Del resto, come noto, negli ultimi mesi non si contano gli articoli e le testimonianze che hanno riportato le prove di almeno 12 dipendenti dell’UNRWA che hanno preso parte attiva ai massacri terroristici del 7 ottobre, inclusi gli almeno 30 che hanno “aiutato” e i circa 1.500 dipendenti dell’agenzia a Gaza (circa il 10%) che hanno legami attivi con ai gruppi terroristici.
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«Il risultato finale di questa radicalizzazione è che tra le migliaia di persone che hanno attraversato il confine il 7 ottobre e hanno commesso atti di omicidio, stupro e rapimento, è statisticamente probabile che la maggioranza abbia frequentato le scuole dell’UNRWA – ha affermato Sheff –. Il curriculum dell’UNRWA è ciò con cui sono stati educati, e insegna che la jihad e il martirio sono i significati più importanti della vita, e che gli ebrei sono bugiardi e impostori».
In breve, come riporta sempre il Times of Israel, l’organismo di vigilanza ha scoperto che i materiali didattici dell’Autorità Palestinese non solo non promuovevano l’educazione verso una soluzione pacifica al conflitto, ma negavano anche l’esistenza dello Stato ebraico. Israele veniva regolarmente escluso dalle mappe e si diceva che le città israeliane si trovassero in Palestina. Inoltre, non vi era alcuna menzione dell’Olocausto nei capitoli storici sulla Seconda Guerra Mondiale, e i terroristi palestinesi che massacrarono i civili israeliani furono glorificati.
Questo programma scolastico, prodotto dall’Autorità Palestinese, è stato adottato senza esitazione dall’UNRWA per le sue scuole a Gaza e in Cisgiordania. Nonostante le gravi carenze e la mancanza di neutralità, l’UNRWA ha continuato a utilizzare questi materiali didattici senza apportare modifiche significative. Anzi, in alcuni casi, le singole scuole dell’UNRWA hanno prodotto materiale supplementare altrettanto problematico.
Un esempio lampante si è verificato in una scuola di Beit Hanoun, nel nord-est di Gaza, dove sono stati pubblicati online esercizi di autovalutazione per gli studenti di una classe delle elementari. In questi esercizi, le risposte corrette per proteggere l’unità della società includevano concetti come «conoscenza» e «armi», promuovendo implicitamente la violenza come mezzo di difesa sociale. Inoltre, è stato lanciato un concorso per riflettere sulla «Nakba», termine arabo per indicare lo sfollamento dei palestinesi durante la fondazione di Israele, con l’obiettivo di «immaginare il futuro della Palestina dopo il ritorno e la liberazione».
Connessione fra UNRWA e Hamas
La connessione tra l’UNRWA e Hamas è stata altrettanto inquietante. Yusef Al-Hawajara, un membro della Brigata dei campi centrali di Hamas, è stato anche un insegnante presso una scuola elementare maschile dell’UNRWA a Gaza. Questo solleva seri interrogativi sulla presenza di simpatizzanti o membri di gruppi terroristici addirittura all’interno del corpo docente dell’UNRWA, evidenziando la necessità di riforme urgenti.
La gravità della situazione è ulteriormente accentuata dal fatto che almeno 100 membri di Hamas, che hanno compiuto attacchi terroristici contro israeliani negli ultimi anni, sono stati diplomati del sistema educativo dell’UNRWA. Questo solleva preoccupazioni fondamentali sulla diffusione dell’ideologia estremista e terrorista all’interno delle istituzioni educative.
Breaking: incriminating evidence which reveals the participation of @UNRWA teachers in the October 7th massacre.
“I’m inside, I’m inside with the Jews! We have female hostages, I captured one!”
Listen to these two recorded conversations incriminating two different UNRWA… pic.twitter.com/9K4UHSbUgl
— Israel (@Israel) March 4, 2024
Modelli virtuosi in altri paesi arabi
Tutto ciò ha portato a un appello per un cambiamento radicale nel protocollo scolastico palestinese. Modelli positivi di riforma educativa sono stati osservati in altri Paesi del Medio Oriente, come negli Emirati Arabi Uniti e in Arabia Saudita, dove i programmi scolastici ora promuovono la pace, la tolleranza religiosa e l’educazione sull’Olocausto. Questi esempi possono servire da guida per la deradicalizzazione del sistema educativo palestinese.
La necessità di un’azione immediata è evidente, e ciò richiede un sostegno internazionale significativo. Questo cambiamento nel curriculum non è solo una questione educativa, ma una necessità cruciale per la promozione della pace e della stabilità nella regione.