“Serve un momento alla Reagan”: Biden e Trump affrontano insieme la questione degli ostaggi statunitensi a Gaza

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di Pietro Baragiola
Mercoledì 13 novembre il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha accolto nello Studio Ovale il neo eletto Donald Trump.

Secondo quanto affermato dal consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan durante un briefing con la stampa, i due presidenti hanno discusso insieme della questione degli ostaggi americano-israeliani ancora detenuti a Gaza e su come collaborare per garantire un accordo.

“Sono stati proprio i parenti degli ostaggi a sollecitare questa collaborazione” ha affermato Sullivan che, martedì pomeriggio, ha incontrato personalmente le famiglie delle vittime. “La nostra amministrazione userà ogni giorno che le resta per garantire che i prigionieri di Hamas possano tornare sani e salvi dai loro cari”.

In un comunicato a parte, Trump ha spiegato ai giornalisti che lui e Biden hanno “parlato molto del Medio Oriente” durante l’incontro.

“Volevo conoscere il suo punto di vista su dove siamo e cosa ne pensa dell’attuale situazione e lui me l’ha dato. È stato molto gentile nei miei confronti” ha raccontato Trump.

Durante un discorso alla Convention nazionale repubblicana, tenutasi lo scorso luglio, il neo eletto presidente si è dimostrato molto risoluto nella sua lotta al terrorismo, avvertendo i seguaci di Hamas che ‘la pagheranno cara’ se non avranno liberato i prigionieri prima del suo insediamento.

Al momento restano ancora 101 ostaggi nei tunnel di Gaza e, secondo le stime dell’IDF, solamente metà di loro sono ancora vivi.

L’incontro con le famiglie degli ostaggi

Nel tardo pomeriggio di mercoledì Biden ha incontrato le famiglie dei sette ostaggi americani, fornendo loro un aggiornamento sugli sforzi degli Stati Uniti per garantire il rilascio dei loro cari.

Jonathan Dekel-Chen, padre dell’ostaggio Sagui Dekel-Chen, ha raccontato a The Times of Israel che, durante l’incontro, il Presidente degli Stati Uniti ha descritto una serie di iniziative che la sua amministrazione sta portando avanti da diversi mesi per raggiungere un accordo.

“Abbiamo ascoltato i suoi progressi nella vicenda e abbiamo colto l’occasione per esprimere la nostra gratitudine al Presidente Biden per il suo coinvolgimento personale” ha affermato Dekel-Chen, aggiungendo che le famiglie hanno esortato l’amministrazione corrente a lavorare con il team di Trump per raggiungere un accordo entro l’insediamento del nuovo presidente.

“Stiamo cercando un ‘momento alla Reagan’” ha affermato Dekel-Chen, ricordando come nel 1980 l’allora Presidente degli Stati Uniti Jimmy Carter e il neo eletto Ronald Reagan si siano entrambi adoperati per garantire il rilascio degli ostaggi americani in Iran durante la transizione tra le due amministrazioni, avendo successo. “La nostra richiesta è di lavorare insieme per ottenere un risultato positivo ora. Se le parti aspetteranno che Trump assuma il comando il 20 gennaio c’è la possibilità concreta che, entro allora, nessuno degli ostaggi sarà ancora in vita e che sarà quasi impossibile recuperare i resti delle vittime”.

Durante la loro permanenza a Washington, le famiglie degli ostaggi hanno anche colto l’occasione per incontrare alcuni dei candidati recentemente annunciati da Trump, tra cui il senatore Marco Rubio che il neo presidente intende nominare Segretario di Stato.

Gli accordi falliti

Secondo quanto riportato da The Times of Israel, durante l’incontro con i famigliari delle vittime i funzionari statunitensi hanno più volte biasimato il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu di aver aggiunto condizioni impossibili ai tentativi di accordo in Medio Oriente.

La settimana scorsa anche l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant, recentemente estromesso dal premier Netanyahu, ha suggerito che, nonostante gli sforzi dell’IDF abbiano portato alle condizioni necessarie per raggiungere un accordo, Netanyahu ha impedito ripetutamente un cessate il fuoco, continuando la guerra per ragioni politiche e non per motivi di sicurezza.

Il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha approfittato di questo incontro per criticare pubblicamente il rifiuto di Hamas di aderire alle recenti proposte israeliane, sottolineando la responsabilità di Israele nel far affluire aiuti umanitari a Gaza e richiamando l’attenzione internazionale per non aver ritenuto Hamas responsabile del proseguimento della guerra: “per me è assurdo che dal primo giorno non ci si sia concentrati sulle colpe di Hamas e che ci sia stato, e ci sia tutt’ora, un silenzio assordante attorno all’organizzazione terrorista.”

·      Leggi anche: Hamas rifiuta la proposta egiziana per il rilascio degli ostaggi

“È fondamentale trovare il prima possibile una soluzione e raggiungere un accordo” ha affermato il Generale Maggiore dell’IDF Nitzan Alon durante la sua intervista a Channel 13. “Il tempo è poco e le condizioni per gli ostaggi stanno peggiorando sempre più con l’arrivo dell’inverno. Dobbiamo agire ora.”

 

(Fonte foto: Ispionline)