di David Fiorentini
Secondo un nuovo studio condotto in 16 stati arabi, solo il 5% degli intervistati crede che il massacro di Hamas del 7 ottobre sia stato un’operazione illegittima. Il sondaggio, coordinato dal Centro Arabo per Studi e Politiche di Ricerca, ha coinvolto 8.000 individui coprendo una serie di quesiti legati alla guerra tra Israele e Hamas a Gaza.
Un impressionante 67% dei partecipanti ha dichiarato che l’attacco terroristico di Hamas sia stato una “legittima operazione di resistenza”, con un ulteriore 19% secondo cui è stata una “operazione di resistenza legittima, ma con qualche difetto”. Il 35% ritiene che la ragione più importante per l’offensiva di Hamas sia l’occupazione continuata da parte di Israele dei territori palestinesi, mentre il 24% l’ha attribuita principalmente alla “difesa contro l’occupazione di Israele della Moschea di Al-Aqsa” e l’8% l’ha considerata una conseguenza del “blocco continuo della Striscia di Gaza”.
La ricerca ha anche rivelato come ben il 69% abbia espresso completo supporto sia ai palestinesi sia a Hamas, mentre solo il 23% ha espresso solidarietà con i palestinesi pur opponendosi al gruppo terroristico al governo di Gaza. Per quanto riguarda la percezione di Israele, inoltre, l’opinione pubblica araba è quasi unanime (89%) nel respingere il riconoscimento di Israele, rispetto al mero 4% che sostiene l’apertura di relazioni bilaterali.
Il 70% dei palestinesi in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza sostiene il massacro del 7 ottobre
Secondo un altro studio, condotto invece sulla popolazione palestinese dal Palestinian Center for Policy and Survery Research (PCPSR), oltre il 70% dei palestinesi in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza sostiene la decisione di Hamas di perpetrare il massacro del 7 ottobre, e la stragrande maggioranza non crede che Hamas abbia commesso atrocità durante l’invasione.
Tuttavia, è singolare notare alcune differenze significative nella percezione di Hamas e del conflitto da parte dei residenti della Cisgiordania e della Striscia di Gaza. Se si scompongono i dati per provenienza geografica infatti, si evince come la principale spinta a supporto di Hamas arrivi dalla Cisgiordania, dove addirittura l’82% degli intervistati ha condiviso la scelta di Hamas di lanciare l’attacco, rispetto al 57% registrato tra i residenti di Gaza.
Inoltre, mentre l’85% dei palestinesi della Cisgiordania si è detto soddisfatto del comportamento di Hamas durante la guerra, solo il 52% Gazawi poteva sostenere lo stesso. Una discrepanza che si è rivelata ancora più vasta alla domanda su chi preferirebbero vedere controllare Gaza dopo la guerra. Se il 75% dei residenti della Cisgiordania auspica il mantenimento del potere da parte di Hamas, solo il 38% dei residenti di Gaza è della stessa opinione.
Singolare è anche l’indice di gradimento in merito alle manifestazioni di solidarietà degli altri alleati del mondo arabo, specchio della percezione palestinese rispetto all’avvicinamento di determinati paesi a Israele.
In particolare, l’89% dei partecipanti cisgiordani e il 68% dei gazawi si è detta soddisfatta del ruolo dello Yemen, il 56% del ruolo del Qatar, il 49% di Hezbollah, il 35% dell’Iran, il 34% della Turchia, il 24% della Giordania e il 23% dell’Egitto. Con grande distacco, poi appaiono Arabia Saudita, 8%, ed Emirati Arabi Uniti, 5%, presumibilmente considerati più lontani dalle proprie sofferenze a causa dell’intensificazione delle relazioni con lo Stato ebraico.
Fonte foto: Abed Rahim Khatib/Flash90