di Ilaria Ester Ramazzotti
I ministri delle 35 nazioni aderenti all’IHRA, l’International Holocaust Remembrance Alliance, hanno ufficialmente sottoscritto il 19 gennaio a Bruxelles la dichiarazione 2020 dell’IHRA, articolata in 14 punti, che ha l’obiettivo di garantire la memoria della Shoah e lavori alla costruzione di un mondo senza più genocidi. La dichiarazione 2020 riafferma e amplia la dichiarazione di Stoccolma del 2000.
L’IHRA è l’organizzazione intergovernativa che riunisce governi e esperti per rafforzare, far progredire e promuovere la memoria, lo studio e la ricerca storica dell’Olocausto in tutto il mondo. Il vertice di Bruxelles ha ribadito l’impegno delle nazioni aderenti alla lotta contro ogni negazione o visione distorta dell’Olocausto, alla lotta all’antisemitismo, ai pregiudizi contro zingari e rom, ai discorsi di odio, di incitamento alla violenza, contro ogni forma di discriminazione. Si evidenzia l’impegno a “salvaguardare la storia dell’Olocausto, del genocidio dei rom, della persecuzione delle altre vittime della Germania nazista e dei partner fascisti e nazionalisti e altri collaboratori che parteciparono a questi crimini”.
Si legge nel testo della dichiarazione: “Nell’occasione del 75° anniversario della liberazione dei campi di concentramento e di sterminio nazisti e di altri luoghi di persecuzione e di assassinio, noi alti rappresentanti governativi dei Paesi membri dell’International Holocaust Remembrance Alliance (IHRA) onoriamo le vittime e i sopravvissuti dell’Olocausto (Shoah) che ha travolto il popolo ebraico. Onoriamo anche le vittime e i sopravvissuti del genocidio dei Rom e altri perseguitati. Promettiamo di non dimenticare mai coloro che hanno resistito ai nazisti e coloro che hanno protetto o salvato i loro compagni perseguitati. Oggi, il mondo deve ancora fronteggiare genocidi, crimini di guerra, pulizie etniche, i crimini contro l’umanità e continue minacce alle società pluralistiche, democratiche e inclusive.”.
“L’antisemitismo sta alzando la testa, gli ebrei vengono uccisi nelle strade d’Europa e del Nord America. Vengono attaccati nelle loro case, nelle sinagoghe, a scuola e persino negli stadi. L’antisemitismo è in crescita e questo ci preoccupa molto”. Così si è espressa Kathrin Meyer, segretario esecutivo dell’IHRA.
L’Italia è stata rappresentata al vertice svolto a Bruxelles dalla vice ministra degli Esteri Emanuela Del Re, che ha condiviso “la più forte preoccupazione per l’aumentare dell’antisemitismo”. “Non bisogna abbassare la guardia – sottolineato -, c’è sempre un forte rischio e probabilmente c’è anche un antisemitismo latente a cui bisogna prestare particolare attenzione, perché non sono solo i fatti clamorosi, come la storia veramente scioccante di Liliana Segre ci ha insegnato, ma anche i sussurri, le frasi non dette, i commenti assolutamente inappropriati, invece poi possono portare a fenomeni molto più gravi. Per questo motivo il governo italiano è assolutamente attento, ed è presente qui con me la presidente della comunità ebraica in Italia [Noemi Di Segni]. Ricordare per non ripetere è l’unica soluzione che abbiamo per avere società salde e democratiche, che riescano a conservare stabilmente i loro principi per tutta la storia a venire”.
L’Italia è altresì fra i Paesi che hanno adottato la definizione di antisemitismo redatta dell’IHRA.