Cento omicidi nel mondo legati al sito neonazista Stormfront: è il risultato di uno studio svolto da alcuni ricercatori statunitensi del Southern Poverty Law Center, che hanno ricondotto alcuni degli ultimi attacchi omicidi di matrice razzista o antisemita al sito neonazista.
L’ultimo di questi è il barbaro assassinio di tre innocenti e in nome dell’odio antiebraico a Kansas City, perpetrato dall’ultrasettantenne Frazier Glenn Miller. Ma sono ricollegabili al sito anche Anders Behring Breivik, responsabile dell’assassino di 77 giovani radunati nell’isola di Utoya in Norvegia, Wade Michael Page, che uccise sei persone in un tempio Sikh nel Wisconsin, credendoli musulmani. Tutti erano assidui frequentatori di Stormfront, accomunati da una profonda intolleranza contro le diversità e la difesa della razza bianca.
Dalla ricerca, svolta in due anni attraverso un attento monitoraggio del sito, emerge come vi sia una sproporzionata frequenza di omicidi legati ai frequentatori del sito, fondato nel 1997 da un membro del Ku Klux Klan, che oggi conta uno zoccolo duro di 1800 frequentatori quotidiani.
“Sappiamo che le persone che stanno per commettere questo genere di crimini ‘vivono’ su Stormfront”, spiega una delle autrici del dossier all’Unità, che dato la notizia. Secondo l’osservatorio, Stormfront “è il più grande sito di odio nel mondo, un magnete e un terreno di coltura” dove crescono e si fomentano individui pronti a tradurre in atti violenti la propria intolleranza.