di Roberto Zadik
Tempi duri per l’ebraismo e le sue regole in un’Europa spesso intollerante e populista. Ora in Svezia, nella città di Malmö, la seconda città del Paese assieme dopo Stoccolma, il partito nazionalista “Democrazia svedese” ha fatto chiudere l’unico negozio kasher della piccola comunità locale. I circa 800 ebrei che vi vivono, secondo il sito www.actuj.com si troverebbero privati della carne. Non solo: ora anche la milà (circoncisione) sarebbe a rischio. Il sito fa sapere che in Svezia la kasherut è stata sempre nel mirino ma gradualmente.
Nel 1937 si era cominciato a vietare la macellazione rituale del bestiame grosso, mentre nel 1989 è toccato ai volatili. Poi nel 2013 il partito populista sopra citato, guidato da Richard Jomsof, aveva cercato di vietare anche la circoncisione, se non per scopi medici. Al centro di vari attacchi antisemiti e ora bersaglio di misure anti kasher e anti circoncisione, la comunità di Malmö negli ultimi anni si è sempre più svuotata. La situazione negli ultimi anni sembra essere vistosamente peggiorata.
Negli anni ’80 questo negozio forniva agli ebrei locali la carne kasher tranquillamente, grazie a un accordo firmato dalle autorità comunitarie con il Governo che consentiva l’importazione e la vendita della carne congelata e d’importazione. Ora sembra essere tutto finito e a questo proposito il segretario del partito populista, il terzo del Paese e che occupa il 18 percento dei seggi parlamentari sembra prendersela anche con la circoncisione rituale. Nei giorni scorsi egli ha strenuamente difeso i diritti dei bambini che secondo lui verrebbero violati da questa pratica che, stando alle sue provocazioni “mette a rischio l’integrità e l’autonomia del bambino e non vorrei che continuando così apparissimo al mondo come un Paese retrogrado”.
Il sito Times of Israel ha approfondito dettagliatamente questa notizia fornendo particolari interessanti e una prospettiva leggermente più ottimistica riguardo alla vicenda. Sospeso per ragioni non si sa se sanitarie o burocratiche, a quanto pare il negozio starebbe lavorando con la comunità ebraica locale per riprendere la vendita della carne bloccata dalla chiusura dello spazio.
Ma come è avvenuta questa chiusura del negozio? Ordinata a seguito di una ispezione municipale, lo scorso 20 settembre, il “LCA Kvantum Malmborgs Limhamn Shop” questo il nome del punto vendita kasher sta cercando di reagire in ogni modo. Dura ma più flessibile la disposizione anche del portavoce comunale Linn Johansson che ha ribadito un fermo divieto di “lasciare che i prodotti di questo mercato vengano distribuiti alla gente. L’ispezione si è spinta oltre il semplice controllo, accusando la compagnia Kosher Delicatessen Malmo, che secondo le autorità è di proprietà della Comunita’ ebraica, e avrebbe “per anni venduto carne senza essere in regola come marchio alimentare registrato e contravvenendo alle regole. Accuse pesanti, dunque, perché “la compagnia non è registrata e i prodotti non sono tracciabili e questo è contro le regole europee e svedesi”. Per questi motivi il negozio è stato chiuso anche se la Johansson ha assicurato che “la carne è ancora in freezer e nulla è stato confiscato e speriamo di avviare una collaborazione costruttiva con loro”. In una intervista al sito JTA (Jewish Telegraph Agency) ha confermato la propria volontà di avviare una collaborazione costruttiva per una rapida risoluzione del caso. “E’ un problema burocratico e non sanitario” ha assicurato.