Incendi a Los Angeles

“Tante congregazioni si sono fatte avanti per aiutare”: la comunità ebraica di Los Angeles presta soccorso alle vittime degli incendi

Mondo

di Pietro Baragiola
Negli ultimi giorni una serie di incendi incontrollabili ha colpito l’area di Los Angeles costringendo più di 100.000 persone ad evacuare le proprie case e devastando 12.300 strutture tra cui negozi, ristoranti e farmacie.

“Potrebbe trattarsi del disastro naturale più catastrofico della storia degli Stati Uniti” ha dichiarato il Governatore della California Gavin Newsom, spiegando come almeno 25 persone siano rimaste uccise da questa calamità che ha causato danni per oltre 250 miliardi di dollari.

“Nel mezzo della tragedia, la comunità ebraica di Los Angeles (la seconda più grande degli Stati Uniti) si è subito attivata per aiutare le persone in difficoltà, indipendentemente dalla loro affiliazione religiosa” ha affermato nell’intervista rilasciata a Bet Magazine-Mosaico la food writer Benedetta Jasmine Guetta, che è stata evacuata dalla sua casa a Santa Monica nei primissimi giorni dell’incendio e da allora ha collaborato con diverse iniziative di supporto per rispondere all’emergenza abitativa.

Gli incendi di Pacific Palisades

L’incendio è iniziato martedì 7 ottobre nell’area di Pacific Palisades dove risiedono più di 25.000 abitanti.

Sin dalle prime ore della mattina il rabbino Zushe Cunin del Centro Ebraico per la prima infanzia Palisades di Chabad, vedendo la quantità di fumo che si propagava nel quartiere, si è subito mobilitato insieme agli altri insegnanti per evacuare in totale sicurezza i 100 bambini presenti nella struttura. Agendo d’anticipo, Cunin è riuscito in poche ore a riportare i suoi alunni tra le braccia dei loro genitori e a salvare i rotoli della Torah presenti nel Centro.

Fuggire dall’incendio, però, non è stata un’impresa facile perché la strada che permette l’entrata e l’uscita da Pacific Palisades ha soltanto una corsia per senso di marcia.

“Molte persone bloccate nel traffico sono state prese dal panico e hanno abbandonato le loro auto per fuggire a piedi e mettersi in salvo, creando così un incubo sia per le autopompe dei soccorsi che tentavano di entrare nell’area sia per noi che cercavamo di scappare” ha spiegato la rabbina Amy Bernstein alla Jewish Telegraphic Agency.

Sono dovuti intervenire i bulldozer per liberare la strada ai primi soccorritori, rimuovendo decine di veicoli abbandonati e distruggendone molti.

Il cortile della sinagoga Kehillat Israel (screenshot)

In mezzo a questa devastazione, Bernstein è rimasta profondamente colpita da come la sua sinagoga, la Kehillat Israel, sia sopravvissuta all’ondata di fuoco che ha raso al suolo l’intero quartiere.

“È una cosa davvero incredibile” ha affermato la rabbina, osservando le siepi e la recinzione di sicurezza della sinagoga perfettamente intatte. Questo “miracolo” ha reso la Kehillat Israel un simbolo di speranza e resilienza per Pacific Palisades.

“Oggi la nostra sinagoga è un rifugio per l’intera comunità e non intendo solo quella ebraica” ha affermato l’imprenditrice ebrea ed ex star dei reality Bethenny Frankel nella sua intervista rilasciata alla BBC. “Per molti di noi questa è la nostra casa.”

 

Le star colpite

Adam Brody, Billy Crystal, Miles Teller e Jennifer Grey sono solo alcune tra le celebrità ebree le cui case sono andate distrutte durante la prima giornata di incendi.

La star di Schitt’s Creek Eugene Levy ha raccontato al Los Angeles Times di essere rimasto bloccato nel traffico mentre cercava di evacuare l’intero quartiere di Pacific Palisades, di cui è sindaco onorario dal 2021.

Durante un’intervista con la CNN, la conduttrice televisiva Melissa Rivers, figlia della defunta Joan Rivers, ha elencato gli oggetti che ha portato via dalla propria casa prima di evacuarla. Tra questi c’è anche l’unico premio Emmy vinto dalla madre nel 1990 come Outstanding Talk/Service Show Host per il Joan Rivers Show.

L’organizzazione no-profit pro-Israele Creative Community for Peace (CCFP), nota per il suo impegno nel combattere l’odio antisemita all’interno dell’industria dell’intrattenimento, ha rilasciato un comunicato questo weekend esprimendo le proprie condoglianze verso le vittime degli incendi.

Di seguito riportiamo il contenuto del comunicato tradotto dall’inglese:

“Siamo sconvolti dalla distruzione senza precedenti di Los Angeles che ha costretto i membri del comitato consultivo della CCFP e della comunità in generale, tra cui i nostri ambasciatori Eugene Levy e Diane Warren, ad abbandonare le proprie case.

Siamo una comunità forte e resistente. Insieme ricostruiremo e andremo avanti.”

Mercoledì 8 gennaio i venti di Santa Ana hanno portato gli incendi a Sylmar e ad Altadena, distruggendo lo storico Pasadena Jewish Temple and Center, per poi estendersi nell’area di Hollywood Hills.

Molti sono gli esempi che fanno parte dell’operazione di soccorso adottata in questi giorni dalla comunità ebraica locale.

 

Il sostegno della comunità ebraica

Durante il primo shabbat dall’inizio degli incendi le sinagoghe ancora funzionanti hanno aperto le proprie porte agli sfollati di qualsiasi nazionalità o religione, offrendo pranzi e cene per chiunque ne avesse bisogno.

“Tante congregazioni si sono fatte avanti per aiutare” ha spiegato il rabbino Cunin. “Tra queste oltre 5.000 membri della rete Chabad.”

Il rabbino Chaim Mentz del Chabad di Bel Air è stato uno dei primi a offrire il proprio aiuto. “Ho contattato Cunin e gli ho detto che se qualcuno avesse avuto bisogno di un posto per dormire noi avevamo delle stanze libere” ha raccontato Mentz alla Jewish Telegraphic Agency. “Oggi abbiamo diverse persone che alloggiano nella casa Chabad e alcuni avevano solo bisogno di fare una doccia o ricaricare i telefoni.”

Noah Farkas, rabbino e presidente della Federazione ebraica di Los Angeles, ha raccontato alla BBC che la sua organizzazione sta lavorando per fornire ulteriori aiuti agli sfollati.

“Ci stiamo coordinando con i leader della comunità, le squadre di porto intervento e il distretto scolastico” ha spiegato Farkas. “Non dobbiamo concentrarci solo sulle prime 48 ore e sulla crisi immediata ma dobbiamo pensare alle prossime 48 settimane. È l’inizio di un lungo processo e la nostra Federazione è pronta ad agire.”

Tra le altre organizzazioni ebraiche che stanno raccogliendo fondi per aiutare i soccorsi e garantire ripari e pasti caldi agli sfollati vi sono la OBKLA, la BStrong e la Jewish Free Loan Association (JFLA), l’unica agenzia di prestiti senza interessi nell’area di Los Angeles. In questi giorni la JFLA si è mossa per aiutare le persone colpite dagli incendi offrendo un prestito di soccorso fino 2.000 dollari per gli individui di ogni fede religiosa e provenienza, senza bisogno di fornire un garante.

“Ogni sinagoga locale ha iniziative già in corso, la mia ad esempio, la Kehillat Ma’arav, terrà un ‘mitzvah day’ questo weekend per le offerte di beni essenziali e una raccolta del sangue nei prossimi giorni” ha concluso Guetta.