di Paolo Castellano
Donald Trump, nel suo storico discorso del 6 dicembre, in cui ha riconosciuto Gerusalemme come capitale israeliana, aveva chiesto ai suoi oppositori e detrattori, sia occidentali che mediorientali, di adottare un comportamento responsabile rinunciando alla violenza.
Sta invece accadendo tutto il contrario. Hamas sta guidando una nuova Intifada contro lo Stato ebraico e sta attaccando Israele con un lancio di razzi da Gaza e con il trasporto di armi attraverso un tunnel sotterraneo che è stato recentemente distrutto dalle forze armate israeliane.
In aggiunta alla violenza palestinese si sono verificati in Europa degli atti di puro antisemitismo innescati da un odio antisraeliano che spesso, come sostengono noti intellettuali, sfocia in azioni violente verso gli ebrei (una caso su tutti le 4 vittime di Parigi nel supermercato kasher durante gli attacchi terroristici del 2015).
L’attacco al ristorante kasher ad Amsterdam
In un video apparso sul Daily Mail il 7 dicembre si vede un uomo che si scaglia contro una vetrina di un ristorante di cucina ebraica ad Amsterdam (nella foto tratta dal sito vosizneias.com qui sopra è evidente il buco nel vetro). Le immagini testimoniano un puro atto d’odio: il vandalo, con il viso coperto da una kefiah bianca e nera, utilizza una bandiera palestinese per mandare in frantumi le vetrate del locale ebraico. A poca distanza una coppia di poliziotti osserva il gesto e dopo la frantumazione di due vetrine i due decidono di bloccare l’aggressore e di ammanettarlo. Il gesto violento è avvenuto nel quartiere Willemspark, una zona molto frequentata della capitale olandese.
Secondo i testimoni, l’uomo con la bandiera palestinese avrebbe anche urlato “Allah Akbar” durante l’attacco al ristorante, che una organizzazione ebraica olandese ha definito “un atto di terrorismo”. Le forze dell’ordine di Amsterdam inoltre hanno dichiarato che il vandalo, un ragazzo di 29 anni, è ora sotto arresto e che è stata aperta un’indagine.
Molotov contro la sinagoga a Goteborg
Una seconda aggressione nei confronti della comunità ebraica è invece avvenuta il 9 dicembre a Goteborg, in Svezia. Tre uomini mascherati hanno infatti lanciato delle molotov contro la sinagoga della città svedese. Come riporta il New York Times, il trio di criminali è stato arrestato dalla polizia svedese il 10 dicembre. L’attacco ha innescato un incendio ma l’edificio non ha preso fuoco e nessuno è stato ferito. Le autorità hanno poi detto che le persone che si trovavano nell’edificio sono state condotte nelle cantine seguendo una procedura di sicurezza.
Un portavoce della polizia svedese, Ulla Brehm, ha affermato: «Potremmo classificarlo come crimine d’odio. Per ora i tre sono accusati di incendio doloso. L’accusa potrebbe cambiare durante le investigazioni». Il commissario della forza di polizia, Dan Eliasson, ha dichiarato alla stampa che il livello di ostilità contro gli ebrei è cresciuto in Svezia soprattutto dopo il discorso del Presidente americano Donald Trump su Gerusalemme. L’attacco antisemita di Gothenburg, una città della costa occidentale, è avvenuto il giorno dopo le proteste svoltesi nelle vie di Malmo, la terza città più popolata di Svezia, durante cui si sono urlati slogan come “ammazzate o uccidete gli ebrei”.
In Italia il Foglio si appella al governo per riconoscere la legittimità di Israele
Per fortuna non si sono ancora verificati episodi simili in Italia ma il rischio di gesti d’odio nei confronti delle comunità ebraiche rimane alto. Per questo motivo il quotidiano Il Foglio ha lanciato un appello al governo italiano. Il direttore della testata, Claudio Cerasa, ha dichiarato in un dettagliato articolo che è giunto il tempo di affermare e difendere senza ambiguità la legittimità di Israele nelle sedi istituzionali italiane ed europee: «Forse è arrivato il momento di portare in Parlamento una mozione parlamentare che prima dello scioglimento delle Camere impegni già questo governo a fare una cosa semplice: a presentare il progetto di candidatura per l’inserimento d’Israele nella lista rappresentativa del patrimonio culturale materiale dell’umanità dell’UNESCO, d’intesa con gli altri paesi europei interessati al progetto, al fine di dare continuità alle iniziative volte ad assicurare il massimo sostegno della comunità internazionale a difesa della legittimità di Israele a difendersi contro la minaccia islamista».
Cerasa ha poi aggiunto che i lettori potranno esprimere il loro appoggio all’iniziativa del Il Foglio scrivendo all’indirizzo email del quotidiano: «Il Foglio si offre gratuitamente per essere il gruppo di coordinamento per la candidatura di Israele a nuovo sito patrimonio dell’umanità. È il momento di farsi sentire. È il momento di chiedere al ministro della Cultura Dario Franceschini di schierare l’Italia, in Europa, in prima linea nella lotta culturale contro chi sogna di spazzare via Israele dalla carta geografica. È il momento di farsi sentire. È il momento di scrivere: israelepatrimonio@ilfoglio.it».
Appello al governo italiano per una grande battaglia di civiltà: Israele patrimonio dell'umanità
israelepatrimonio@ilfoglio.it https://t.co/2z4txLxixy— Claudio Cerasa (@claudiocerasa) December 11, 2017
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