di Ilaria Myr
“Non c’è spazio nel Partito Repubblicano per l’antisemitismo o la supremazia bianca; a mio giudizio, è altamente improbabile che chiunque incontri persone che sostengono quel punto di vista possa essere eletto presidente degli Stati Uniti”. Sono parole molto chiare quelle del leader repubblicano del Senato Mitch McConnell sull’incontro di Donald Trump con Kanye West e il suprematista bianco Nick Fuentes durante una cena nella villa di Trump a Mar-a-Lago, in Florida, e che mettono in dubbio la possibilità di una sua rielezione nel 2024.
La cena
La ormai famigerata serata si è tenuta a fine novembre nella villa di Trump a Palm Beach, sotto richiesta del rapper Kanye West, suo amico, e a cui ha partecipato anche Nick Fuentes, suprematista bianco, antisemita e negazionista dell’Olocausto. Fondatore di un’organizzazione nazionalista chiamata America First Foundation, Fuentes era presente al raduno di suprematisti bianchi ‘Unite the Right’ a Charlottesville nel 2017. Negli anni ha rilasciato una serie di dichiarazioni offensive e razziste e una volta criticò Trump per “aver voltato le spalle al suprematismo”. I suoi profili sono stati rimossi da YouTube e da altri social media.
Ye – questo è il nome con cui si fa chiamare ora West – in un video aveva annunciato la sua candidatura alla presidenza, chiedendo al Tycoon di fargli da vice presidente; da qui la serata a Palm Beach, a cui, secondo quanto riferito da alcuni siti, West ha portato anche il suprematista bianco.
Inizialmente Trump ha ammesso di avere incontro West a Mar-a-Lago e che il rapper si sia portato dietro alcuni amici, ma non ha fatto nomi. “La scorsa settimana, Kanye West mi ha chiamato per cenare a Mar-a-Lago – ha scritto in un post sul suo social media Truth -. Inaspettatamente si è presentato con tre suoi amici, di cui non sapevo nulla. Abbiamo cenato con molte altre persone, la cena è stata veloce e tranquilla. Poi sono partiti in direzione dell’aeroporto”.
Scoppiata la polemica, Trump ha insistito in un altro post dicendo di non sapere chi fosse Fuentes, ma ha difeso la sua decisione di cenare con Ye, il cui impero commerciale è crollato nel giro di poche settimane a causa dei suoi commenti antisemiti e del suo sostegno alla causa White Lives Matter del Fronte Nazionalista. “Siamo andati molto d’accordo, non ha espresso antisemitismo e ho apprezzato tutte le cose carine che ha detto su di me su Tucker Carlson”, ha scritto Trump. “Perché non dovrei accettare di incontrarci?”
Infuria la polemica
Inevitabilmente, l’incontro ha suscitato forti polemiche negli Usa e all’interno dello stesso partito repubblicano. Oltre a McConnell, si è espresso anche il leader repubblicano della Camera Kevin McCarthy : “Il presidente può avere incontri con chi vuole, ma penso che nessuno dovrebbe avere un incontro con Nick Fuentes, e che le sue opinioni non hanno spazio all’interno del Partito Repubblicano e all’interno di questo stesso paese”.
“Repubblicani, cerchiamo un vincitore per il 2024”, ha detto il governatore del New Hampshire Chris Sununu, che ha definito la cena di Trump “assolutamente riprovevole. Penso che lo renda ancora meno eleggibile nel novembre del 2024”.
Come riporta BuzzFeeds, alcuni assistenti avevano sconsigliato a Trump di incontrare Ye, ma i due hanno un’amicizia di lunga data e l’ex-presidente ha respinto il consiglio. Mentre all’indomani della cena, diversi senatori del GOP avevano affermato che i responsabili della riunione avrebbero dovuto essere licenziati. Gli alleati di lunga data non coinvolti nella campagna si sono chiesti come Fuentes sia riuscito ad accedere al club e perché nessuno sembrava a conoscenza della sua presenza o ha messo in guardia Trump dall’incontrarlo.
Finora, Trump si è rifiutato di condannare le opinioni di entrambi i visitatori, nonostante la crescente condanna del suo partito, comprese le richieste di scuse da parte del suo ex vicepresidente Mike Pence. Trump è stato anche criticato da gruppi ebraici come la Sionist Organization of America, che ha onorato Trump solo due giorni prima del lancio della sua campagna, il suo ex ambasciatore in Israele e l’ex governatore del New Jersey Chris Christie, un altro potenziale rivale di Trump 2024, che è diventato uno schietto critico di Trump.
Trump e l’estremismo
Non è certo la prima volta – e forse non sarà l’ultima – che Trump si dimostra aperto e vicino a posizioni estremiste. Ma, come riporta il Times of Israel, la sua cena con il nazionalista bianco negazionista dell’Olocausto Fuentes e West, che ha ‘vomitato’ cospirazioni antisemite, sta dimostrando i rischi di tale approccio. “Sottolinea – scrive il sito israeliano – i pericoli della sua limitata operazione elettorale e lascia l’ex presidente soggetto a critiche pungenti da parte dei colleghi repubblicani che lo vedono sempre più come una responsabilità per il loro partito dopo una prestazione poco brillante nelle elezioni di medio termine di quest’anno”.