di Nathan Greppi
Domenica 26 febbraio, una folla ha preso d’assalto e incendiato gli alberi nel cortile di una sinagoga abbandonata nella città di Sfax, sulla costa est della Tunisia. Secondo il Times of Israel, nessuno sarebbe rimasto ferito nell’attacco, anche perché oggi non risulta vivere più nessun ebreo a Sfax.
Oltre a dare fuoco al cortile, i manifestanti hanno danneggiato le finestre della sinagoga. Tuttavia, i vigili del fuoco sarebbero riusciti a domare l’incendio prima che l’edificio finisse bruciato.
Dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas scoppiata dopo il 7 ottobre, si tratta del secondo episodio di questo genere in Tunisia: a metà ottobre, quando Israele venne accusata di aver colpito l’ospedale Al-Ahli a Gaza (in realtà colpito da un razzo della Jihad Islamica palestinese), centinaia di manifestanti sventolanti bandiere palestinesi ridussero in macerie il sito di un’antica sinagoga ad Al Hammah, dove è sepolto il cabalista del ‘500 Rav Yosef Ma’aravi. Il tutto senza che la polizia intervenisse.
Un tempo la Tunisia ospitava una numerosa comunità ebraica. Tuttavia, se nel 1948 erano 105.000 gli ebrei nel paese, oggi ne sono rimasti appena un migliaio. Il 9 maggio 2023, un militare tunisino scatenò una sparatoria nella Sinagoga El Ghriba, sull’isola di Djerba. Il bilancio complessivo fu di 6 morti e 8 feriti.