Turchia, un uomo attacca l’ambasciata di Israele ad Ankara. La polizia lo blocca

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L'ambasciata di Israele ad Ankara (Turchia)
L’ambasciata di Israele ad Ankara (Turchia)

L’ambasciata di Israele ad Ankara è stata oggetto mercoledì 21 settembre di un attacco perpetrato da un uomo armato di un coltello.

Secondo quanto emerge dai media, l’uomo – un 41enne di Konya, città nel centro del Paese – ha urlato “cambierò il Medio Oriente” e “Allahu Akbar” agli ufficiali posti di fronte all’ambasciata, cercando di entrare nell’edificio. Un uomo della sicurezza gli ha sparato le gambe, ferendolo.

Stando a quanto riporta Reuters, l’ufficio del governatore di Ankara ha rilasciato una dichiarazione sull’uomo, che dice: “Secondo quanto emerge dai primi esami, l’uomo sembra mentalmente instabile, non sono stati trovati alcuni legami con gruppi criminali”.

L’attacco – per fortuna sventato – arriva in un momento in cui Turchia e Israele sembrano avere ripreso lentamente a parlarsi. Dopo il caso della Mavi Marmara – la nave turca diretta che nel 2010 si scontrò con le forze israeliane, e in cui morirono 9 attivisti della spedizione – i rapporti si erano totalmente congelati. Ma negli ultimi mesi fra i due Paesi sono ricominciati timidi tentativi di riavvicinamento, tanto che qualcuno aveva previsto un incontro fra Netanyahu ed Erdogan a New York, durante la conferenza Onu di questi giorni. Ma sembra che siano solo voci, e c’è da scommettere che i fatti di Ankara avranno delle ripercussioni.

“Tentativo di attacco terrorista all’Ambasciata di Israele ad Ankara: purtroppo non c’è niente di strano che un islamista urli “Allah hu Akbar” e cerchi di accoltellare qualcuno presso quella Ambasciata; e nemmeno che esso venga qualificato subito da rappresentanti dei due Paesi interessati come “una persona mentalmente instabile”, scrive Fiamma Nirenstein sul suo blog in un interessante articolo sul fatto.