di Marina Gersony
Oltre 100 organizzazioni ebraiche di varie correnti hanno firmato una lettera aperta a Elon Musk denunciando l’antisemitismo su Twitter. Come si legge in un articolo del Forward, numerosi razzisti e fanatici che erano stati banditi dalla piattaforma dei social media sono stati infatti reintegrati da quando Musk è subentrato.
La lettera, pubblicata per la prima volta alcune settimane fa sul sito web dell’Unione per l’ebraismo riformato, è stata firmata anche da varie organizzazioni e gruppi politici non affiliati ai Reform e che a loro volta hanno sostenuto la causa, come J Street (gruppo di difesa liberale senza scopo di lucro il cui obiettivo è promuovere la leadership americana per porre fine ai conflitti arabo-israeliano e israelo-palestinese in modo pacifico e diplomatico); la Conferenza americana dei cantori; diversi gruppi sindacali ebraici e l’Alleanza femminista ebrea ortodossa.
In breve, tutti questi gruppi ebraici stanno condividendo la preoccupazione per l’esplosione di odio su Twitter dopo l’acquisizione di Musk lo scorso ottobre per 44 miliardi di dollari: come ha affermato Barbara Weinstein, direttrice associata del Religious Action Center of Reform Judaism, la lettera sarà inviata direttamente a Musk e diffusa sui social media.
Weinstein ha affermato, tra l’altro, che il legame tra la diffusione dell’odio online e la violenza nel mondo reale è innegabile. I crimini antisemiti sono di fatto aumentati negli ultimi anni, inclusi gli atti di violenza nelle sinagoghe. Non ultima, la bomba lanciata di recente da un uomo contro la porta d’ingresso del tempio Ner Tamid nel New Jersey, senza causare fortunatamente vittime.
Barbara Weinstein ha anche dichiarato che la speranza è che la lettera aumenti la consapevolezza e faccia sapere sia a Musk che ai politici «che stiamo osservando e che non saremo messi a tacere» e che gli ebrei non «staranno a guardare mentre questa piattaforma viene utilizzata per diffondere odio e antisemitismo con conseguenze potenzialmente devastanti per la nostra comunità».
Secondo un’inchiesta del New York Times, prima che Elon Musk acquistasse Twitter, gli insulti contro i neri americani apparivano sul servizio di social media una media di 1.282 volte al giorno. Dopo che il miliardario è diventato il proprietario di Twitter, sono saliti a 3.876 volte al giorno. Gli insulti contro i gay sono apparsi invece su Twitter in media 2.506 volte al giorno prima che Mr. Musk prendesse il sopravvento. Successivamente, il loro utilizzo è salito a 3.964 volte al giorno. E i post antisemiti che si riferiscono agli ebrei o al giudaismo sono aumentati di oltre il 61% nelle due settimane successive all’acquisizione del sito da parte di Musk. Questi sono i risultati tratti dal Center for Countering Digital Hate, dall’Anti-Defamation League e da altri gruppi che studiano le piattaforme online.
Twitter a processo in Germania
Intanto, è di questi giorni la notizia che Twitter deve affrontare una causa in Germania per la mancata rimozione di contenuti antisemiti: la causa, avviata in un tribunale di Berlino mercoledì 25 gennaio, è stata intentata dall’Organizzazione per i diritti digitali HateAid e dall’Unione europea degli studenti ebrei (EUJS) e si concentra su sei contenuti segnalati a Twitter per il loro antisemitismo. Le due organizzazioni sostengono che il rifiuto della piattaforma di rimuovere il materiale, che in alcuni casi conteneva banalizzazioni o negazioni della Shoah, ne violava le regole e le politiche.
Infine, come scriveva lo scorso dicembre il Washington Post, l’aumento dell’antisemitismo su Twitter unisce le frange e incoraggia la violenza, incitando all’odio e alla disinformazione sugli ebrei. I commenti online spesso portano ad azioni violente ed estreme nel mondo reale, avvertono gli esperti di social media.