di Paolo Castellano
La libertà di parola sui social network non significa libertà d’insulto. Un concetto espresso chiaramente dal mondo ebraico che nelle ultime ore ha rivolto un appello al magnate Elon Musk dopo che il fondatore sudafricano di TESLA si è offerto di acquistare Twitter per la cifra monstre di 44 miliardi di dollari.
Con un possibile cambio ai piani alti di Twitter, enti e associazioni ebraiche si augurano che Musk possa mettere un freno alla proliferazione dei discorsi d’odio e dell’antisemitismo sulla piattaforma social.
Jonathan Greenblatt, CEO dell’Anti-Defamation League (ADL), ha pubblicato un messaggio, chiedendo a Twitter di cercare e identificare l’antisemitismo all’interno del proprio servizio.
There have been a lot of takes on @elonmusk acquiring @Twitter…
Here’s a key perspective to pay attention to ➡️ The extremists are celebrating. They believe he will usher in a “new era” on Twitter & that they’ll return to the platform. This is dangerous. https://t.co/Tn5yL8uSd2— Jonathan Greenblatt (@JGreenblattADL) April 26, 2022
«Negli ultimi anni Twitter ha fatto alcuni passi avanti nell’affrontare l’odio. Quindi, vogliamo essere cautamente ottimisti sulla gestione di Elon Musk perché fino ad oggi non ha mostrato interesse per questi problemi. Temiamo infatti che le cose possano andare diversamente», ha sottolineato Greenblatt.
Come riporta Jerusalem Post, negli ultimi 10 anni Twitter è stato al centro di diverse polemiche sulle politiche di contrasto all’odio, in particolare riguardo agli atteggiamenti antisemiti serpeggianti tra i suoi utenti. Il tema ha guadagnato l’attenzione del grande pubblico quando nel 2016, in vista delle elezioni presidenziali americane di allora, diversi giornalisti ebrei sono diventati il bersaglio della disinformazione e di numerosi attacchi antisemiti. Jonathan Weisman, editorialista del New York Times, aveva definito “onnipresente” tale fenomeno. Ai tempi, Twitter aveva riconosciuto il problema ma non era riuscito a risolverlo.
Nel 2018, l’ADL è entrata a far parte del Trust and Safety Council di Twitter e ha sviluppato uno strumento chiamato Online Hate Index per rilevare l’antisemitismo sui social media. In un’indagine dell’ADL elaborata nel 2017 si era scoperto che soltanto in lingua inglese erano stati pubblicati più di 4 milioni di tweet antisemiti.
A parte ciò, Twitter è anche un’arena di confronto tra gli esponenti del mondo ebraico, dimostrandosi un terreno fertile per le idee e conversazioni ebraiche.
Dunque, a Elon Musk viene chiesto di non essere indifferente all’odio anti-ebraico. A tal proposito, il Consiglio dei rabbini europei ha rilasciato una dichiarazione chiedendo a Twitter di adottare la definizione di antisemitismo prodotta dall’IHRA (International Holocaust Remembrance Alliance) per utilizzarla come stella polare nella moderazione dei contenuti.
(photo credits: TED)