di Ludovica Iacovacci
Chi ha prestato servizio a Gaza dovrà scegliere le mete per la villeggiatura con più attenzione rispetto al passato. L’esercito israeliano ha detto di mettere in guardia decine di soldati dal viaggiare all’estero per potenziali accuse di crimini di guerra, in seguito al mandato d’arresto emesso dalla Corte penale internazionale contro il Primo Ministro Benjamin Nethanyahu e il suo ex Ministro della Difesa Yoav Gallant.
Le forze di difesa hanno scoperto che gruppi anti-israeliani hanno presentato denunce contro circa 30 soldati che hanno prestato servizio nella Striscia di Gaza per presunti crimini di guerra. A 8 soldati che hanno viaggiato all’estero è stato immediatamente detto di tornare in patria per paura di essere arrestati o interrogati dal Paese che stavano visitando, riferisce il sito di notizie Ynet. I soldati avevano viaggiato a Cipro, in Slovenia e nei Paesi Bassi.
L’esercito israeliano non ha vietato ai soldati di viaggiare all’estero, ma conduce “valutazioni di rischio” su quanto sia sicuro che chi ha prestato servizio a Gaza si rechi in un determinato Paese. Per questo è consigliato ai riservisti che hanno recentemente combattuto di verificare mediante il Ministero degli Esteri il livello di pericolo di qualsiasi Stato desiderino visitare.
I funzionari sono preoccupati che alcuni alti ufficiali potrebbero affrontare un’azione penale presso la Corte penale internazionale, che il mese scorso ha emesso mandati di arresto per il primo ministro Benjamin Netanyahu e il suo ex ministro della difesa Yoav Gallant per presunti crimini di guerra. A rafforzare l’allerta ci sono video e foto pubblicati dai soldati sulle piattaforme social che potrebbero essere usate come prova contro loro stessi. Tale contenuto online è servito da materiale per gruppi filo-palestinesi nel compilare “liste nere” di soldati. Gli attivisti anti-Israele stanno monitorando attentamente gli account sui social media dei soldati poiché nel caso in cui condividano anche immagini dei loro viaggi all’estero prevedono di presentare accuse locali contro di loro: è per questo si consiglia ai soldati che stanno pianificando di recarsi all’estero di non pubblicare immagini che rivelino la loro posizione.
Nonostante gli esperti legali di Tzahal hanno valutato che la Corte penale internazionale non ricercherà gli ufficiali e i soldati di rango inferiore che stavano eseguendo gli ordini della leadership politica, i funzionari sono preoccupati che i comandanti anziani come i Capi di Comando nord e sud, o il Capo di Stato maggiore Herzi Halevi, possano essere presi di mira dalla CPI, ha detto il rapporto pubblicato mercoledì. Sebbene finora da parte della Corte non sono state monitorate tali azioni, il potenziale rischio è considerato una minaccia significativa.
“I procedimenti individuali contro soldati e ufficiali minori che viaggiano all’estero potrebbero essere basati su sentenze della CPI”, ha detto Tzahal. “A qualsiasi soldato o ufficiale, se viene arrestato, convocato per l’interrogatorio o sente di essere seguito o fotografato mentre è all’estero, Israele fornirà assistenza legale immediata attraverso la sua ambasciata locale o la stanza della situazione del Ministero degli Esteri”.
Un fattore chiave nella valutazione è vedere quali Paesi dicono che sosterranno i mandati d’arresto per Netanyahu e Gallant. Ad esempio in Sudafrica, un soldato dell’esercito israeliano in possesso della cittadinanza sudafricana sarebbe probabilmente detenuto per essere interrogato dato che il ministro degli Esteri sudafricano Naledi Pandor ha detto che i soldati di Tzahal in possesso della doppia cittadinanza israeliano-sudafricana saranno soggetti a arresto immediato. Bisognerà monitorare nei vari Paesi i cambiamenti nella legislazione e nella giurisprudenza relativi ai funzionari israeliani e al personale militare: per questo Israele ha assunto esperti legali locali in dozzine di Stati.