Ucraina e antisemitismo: scontri fra chassidim Breslov e residenti a Uman

Mondo

di Roberto Zadik

È accaduto nel corso dell’annuale pellegrinaggio a Uman sulla tomba di Rabbi Nachman

Ogni anno nel periodo di Rosh haShanà, una delle ricorrenze più solenni del calendario ebraico, migliaia di ortodossi israeliani del movimento Breslov e di ebrei da vari Paesi del mondo si recano a Uman, cittadina ucraina, famosa per la tomba di Rabbi Nachman di Breslov. Bisnipote del Baal Shem Tov, carismatico maestro e mistico, vissuto solo 38 anni e scomparso nel 1810,  i suoi insegnamenti – espressi nella sua opera più famosa Likutei Moharan – mescolano gioia e rigore nel rispetto dei precetti. Ogni anno sono sempre di più,  israeliani e no, specialmente giovani,  coloro che diventano membri nel movimento dei suoi seguaci, i chassidim Breslov.

Ma quest’anno il consueto e affollatissimo pellegrinaggio è stato teatro, già dalla fine di questo mese di agosto, di scontri fra i chassidim del movimento Breslov con la popolazione locale ucraina residente a Uman nelle vicinanze della tomba del Maestro chassidico. A darne notizia il sito Jewishpress.com che, con tanto di video (qui il link) ha documentato l’accaduto in un articolo di David Israel. Le proteste sono state ricostruite da un breve filmato, davvero sgradevole, che testimonia l’antisemitismo ancora presente in Ucraina e nella città di Uman, dove già negli anni scorsi la tomba di Rabbi Nachman era stata vandalizzata diverse volte.

Il filmato è stato pubblicato su Twitter da Eduard Dolinsky, direttore generale del Comitato ebraico ucraino, organizzazione situata a Kiev, e testimonia lo spiacevole episodio in cui un gruppo di chassidim Breslov, dopo essersi recati a Uman per le consuete celebrazioni di Rosh haShanà sono stati subito osteggiati dall’insofferenza della popolazione locale. Originariamente il video è stato postato da Sergiy Alekseev membro del Consiglio cittadino di Uman, deputato del partito politico nazionalista e di estrema destra Svoboda, noto per le sue posizioni antisemite.

Come la Lituania, anche l’Ucraina ha una storia ebraica particolarmente difficile e Rabbi Nachman, nella sua breve vita, soffrì anche per diversi episodi di antisemitismo, scegliendo di morire a Uman, che anni prima era stata bersaglio di uno spaventoso massacro (pogrom) da parte dei Cosacchi e di diverse persecuzioni. Purtroppo dopo due secoli non sembrano esserci stati grandi miglioramenti. A questo proposito, sempre secondo  Jewishpress, Dolinsky ha sottolineato che questi disordini sono avvenuti nello stesso periodo in cui ricorre il 79esimo anniversario della strage di Kamenetz Podolsk in cui, dal 26 al 29 agosto del 1941, oltre 23mila ebrei vennero massacrati.

Nel suo resoconto storico, ha ricordato il ruolo dei nazisti capeggiati dal generale Friedrich Jeckeln che, con la spietata cooperazione dei soldati ungheresi e della polizia ausiliaria ucraina, uccise tutta la popolazione del Ghetto ebraico di Kamenets, compresi gli ebrei ungheresi che erano stati espulsi dal Paese.

Tornando ai disordini presenti, sempre lo stesso sito ha raccontato le  tensioni dei giorni scorsi fra il Governo Ucraino e Israele in vista di questo pellegrinaggio e il divieto emesso per un mese, dal 29 agosto al giorno di Kippur 28 settembre, delle autorità locali ucraine di qualsiasi ingresso nel Paese dall’esterno, per timore di un aumento di casi di Covid. Questa però secondo Jewishpress sarebbe stata una “scusa”  delle autorità per impedire l’arrivo in massa a Uman e nel Paese di migliaia di Chassidim diretti verso la tomba di Rabbi Nachman.

La settimana scorsa il presidente ucraino Zelensky, di origine ebraica, avrebbe cercato di “smorzare” la tensione incontrando i rappresentanti delle organizzazioni ebraiche del Paese e  discutendo con loro le problematiche organizzative di questo pellegrinaggio dei Breslov e l’applicazione di misure restrittive sui raduni di massa a Uman. Durante l’incontro, concordi con quanto stabilito dal presidente, diversi esponenti del mondo religioso locale come Rav Meir Stambler,  Rabbino a capo del Concilio delle Federazioni delle Comunità ebraiche ucraine, che ha ricordato l’importanza della tutela della vita e della salute, secondo la Torah e Rabbi Yaakov Dov Bleich Rabbino Capo di Kiev che ha definito fondamentale la regolamentazione normativa di questa situazione. Nonostante questo  ha specificato che queste restrizioni devono valere non solo per pellegrinaggi dall’esterno ma anche per quelli interni al Paese. Tutto questo fino all’arrivo dei primi gruppi Breslov nel Paese e i disordini di venerdì scorso.