di Anna Lesnevskaya
Anche nel 2017 sarà forte l’emigrazione. Parla Ron Garfild capo dell’Agenzia ebraica a Kiev. La fuga dall’Est in guerra e la crisi economica sono i motivi dell’Alyiah
Ron Garfild è arrivato alla guida dell’Agenzia Ebraica a Kiev nell’agosto 2015, anno in cui le Aliyot dall’Ucraina hanno raggiunto una cifra record: 7500. La rappresentanza della Sochnut a Kiev è competente per l’Ucraina centrale e occidentale, zone dove sono confluiti tantissimi sfollati dalla parte est del Paese, nella quale tutt’ora continua la guerra tra le forze governative e i cosiddetti separatisti filorussi. E gli sfollati ebrei, racconta Garfild, insieme al numero sempre crescente di olim spinti dai motivi economici, continueranno a contribuire ai livelli altissimi dell’Aliyah dall’Ucraina, che anche nel 2017 rimarrà attentamente monitorata dall’Agenzia e dal governo israeliano.
A causa del conflitto nelle regioni dell’Ucraina dell’Est ci sono tanti sfollati, anche ebrei. Qual è il futuro di questi ultimi?
La maggior parte degli sfollati che poteva beneficiare della Legge del ritorno ha già fatto l’Aliyah negli anni 2014-2015. Non so esattamente quanti sfollati ebrei siano rimasti in Ucraina, ma senza dubbio si tratta di migliaia di persone. C’è una parte cospicua di queste persone che si è già stabilita in un nuovo posto e che non ha nessuna intenzione di tornare a Lugansk o Donetsk. Nonostante abbiano trovato lavoro e si mantengano, la nuova sistemazione viene vista da loro stessi come provvisoria e vedono il proprio futuro in Israele.
Come aiutate gli sfollati ebrei?
Cerchiamo di aiutare come possiamo le persone che hanno alle spalle una storia difficile, come l’aver lasciato la propria casa a causa della guerra nell’Est del Paese. Non è un segreto che in questo ci aiutano i nostri partner: l’Alleanza delle organizzazioni cristiane e l’organizzazione Christians for Israel (CVI). Spinte dalle proprie convinzioni ideologiche, le organizzazioni cristiane che fanno parte dell’Alleanza, aiutano tutti gli ebrei che desiderano stabilirsi nella Terra Santa a realizzare questa aspirazione. Le organizzazioni cristiane danno una mano soprattutto con la logistica, aiutano a trasportare all’aeroporto le persone che partono per Israele. Rimaniamo aperti a tutti gli sfollati che si trovano sul territorio di nostra competenza e che rimangono tanti, ma devo dire che non sono loro i nostri utenti principali.
Chi sono allora i vostri principali utenti?
Se nel 2015 gli ebrei provenienti dall’Ucraina dell’Est erano il 50% o di più di tutti gli olim ucraini, non è stato più così nel 2016. La maggior parte degli ebrei che ora si rivolgono a noi per fare l’Aliyah sono coloro che hanno sempre vissuto a Vinnycja, Cherkasy, Chernigov, Khmelytskyi, Zhytomyr o altre città dell’Ucraina centrale e occidentale. Per molti il push factor, come lo chiamiamo noi, è il peggioramento della situazione economica in tutta l’Ucraina e l’instabilità causata dagli eventi degli ultimi anni. Vorrebbero andarsene dall’Ucraina e Israele è l’unico Paese che li può accogliere. Certo, ci sono persone che da sempre hanno considerato Israele come patria storica, non sono la maggioranza, ma ci sono, e stavano solo aspettando il momento giusto per realizzare il proprio sogno di andare in Israele.
Il governo israeliano ha previsto aiuti aggiuntivi per gli ebrei ucraini, vista la situazione difficile in cui si sono trovati molti di loro a causa del conflitto?
Sì, gli olim ucraini in questi ultimi anni possono beneficiare di un pacchetto speciale di aiuti economici che li distingue da tutti gli altri olim. È l’aiuto erogato dal governo israeliano attraverso il ministero per l’Assorbimento degli immigrati. Nel 2015 e nel 2016 tutti gli olim ucraini hanno ricevuto questo aiuto che viene dato qualche mese dopo l’arrivo in Israele e consiste in un pagamento una tantum dell’importo di alcune migliaia di dollari. Stiamo aspettando di sapere se questo aiuto verrà prorogato al 2017.
Quali sono le previsioni dell’Agenzia ebraica riguardo all’Aliyah dall’Ucraina?
Tutte le nostre valutazioni testimoniano che le cifre dell’Aliyah ucraina rimarranno abbastanza alte. Non vuol dire che supereranno i dati del 2015 e del 2016. Crediamo che il dato del 2017 sarà tra quello del 2015 e quello del 2016, ossia da 6 a 7 mila Aliyot. Ma bisogna tener presente che la situazione in Ucraina è abbastanza dinamica e spesso cambia in peggio. Stiamo parlando sia dell’instabilità politica, sia della escalation militare all’Est e, soprattutto, di una congiuntura economica che non è tra le migliori. Qualsiasi peggioramento, secondo me, può condizionare la tendenza dell’Aliyah. Siamo pronti per qualsiasi scenario e continueremo ad aiutare tutti gli olim potenziali dall’Ucraina, chi si tratti di sfollati o no.