di Anna Balestrieri
È dall’Unione Europea che arriva l’ultimo schiaffo al ministro della Sicurezza Nazionale di Israele Itamar Ben Gvir.
La celebrazione della Giornata dell’Europa del 9 maggio non ha accolto il leader del partito di estrema destra “Otzmà Yehudit” (Potere Ebraico), designato come rappresentante del governo israeliano. Le autorità europee hanno respinto la sua partecipazione poiché esprime opinioni che si oppongono ai valori fondanti dell’Unione Europea.
“La delegazione dell’UE in Israele non vede l’ora di celebrare la Giornata dell’Europa il 9 maggio, come ogni anno”, recita il Tweet della pagina ufficiale. “Purtroppo, quest’anno abbiamo deciso di annullare il ricevimento diplomatico, poiché non vogliamo offrire una piattaforma a qualcuno le cui opinioni contraddicono i valori rappresentati dall’UE”. Quasi tutti gli ambasciatori dell’Unione Europea, con l’eccezione delle ultranazionaliste Polonia ed Ungheria, hanno fatto eco alla dichiarazione congiunta.
Immediata la risposta di Ben Gvir, riportata da Haaretz: “È un peccato che l’Unione europea, che afferma di rappresentare i valori della democrazia e del multiculturalismo, pratichi il silenzio non diplomatico: è un onore e un privilegio per me rappresentare il governo israeliano, gli eroici soldati dell’IDF e il popolo d’Israele in ogni foro”.
La contestazione a livello internazionale fa eco agli scontri che hanno visto Ben Gvir protagonista in occasione della Giornata della Memoria dei caduti delle vittime delle guerre e del terrorismo dello scorso 25 aprile, ripresa anche sulle nostre pagine. La comparsa del ministro, che notoriamente non ha prestato servizio militare, è stata vissuta come un’offesa dai parenti delle vittime.
Il leader dell’opposizione Yair Lapid ha accusato il governo di privilegiare l’espressione dell’ego di Ben Gvir a discapito della dignità internazionale di Israele, appoggiato nella condanna dall’ex primo ministro Benny Gantz.
I quotidiani europei, che non abbuonano a Ben Gvir i “peccati di giovinezza” (vandalismo, aggressioni a sfondo razzista, minacce), lo definiscono un “suprematista ebreo” (Le Monde), “estremista che è già stato condannato per incitamento all’odio” (Frankfurter Allgemeine), “uno dei suoi ministri più controversi e in conflitto con la comunità internazionale” (El Pais).
L’imbarazzo per l’insistenza nel presentare un leader tanto discusso in un momento così delicato per la politica israeliana interna ed internazionale si è riflesso anche sui media anglosassoni (BBC e CNN), ma il governo di Netanyahu si è giustificato affermando che “c’è una rotazione dei ministri del governo che partecipano agli eventi diplomatici e che è stato il turno di Ben Gvir” (CNN).